Ieri 30 gennaio era l’anniversario della scomparsa di Mohandas Karamchand Gandhi.
Gandhi è stato il fondatore della nonviolenza come proposta d’intervento politico e sociale e principio d’organizzazione sociale e politica, come progetto di liberazione e di convivenza.
Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra, avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro la discriminazione degli immigrati indiani ed elaborò le tecniche della nonviolenza.
Nel 1915 tornò in India e divenne uno dei leader del Partito del Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico.
Guidò grandi lotte politiche e sociali affinando sempre più la teoria-prassi nonviolenta e sviluppando precise proposte di organizzazione economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria.
Fu assassinato il 30 gennaio del 1948.
Ricordiamolo intensificando il nostro impegno per la pace e per i diritti e la liberazione dei popoli e delle persone; contro tutte le uccisioni, contro tutte le violenze, contro ogni schiavitù; in difesa della vita, della dignità e dei diritti di ogni essere umano e dell’intero mondo vivente.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Opporsi a tutti gli abusi, opporsi a tutte le oppressioni.
Condividere tutto il bene e tutti i beni fra tutti gli esseri umani.
Prendersi cura di quest’unico mondo vivente casa comune dell’umanità intera; prendersi cura di quest’unico mondo vivente di cui siamo insieme parte e custodi.
Salvare le vite è il primo dovere.
Solo la nonviolenza può salvare l’umanità dalla catastrofe.