Nasce nella Repubblica di San Marino il primo Corpo Civile di Pace. I Capitani reggenti Francesco Mussoni e Giacomo Simoncini, cioè i capi di Stato del piccolo Paese tra Romagna e Montefeltro, hanno firmato lo scorso 2 dicembre della legge che lo istituisce. Entrata in vigore il 17 dicembre, è un po’ una rivoluzione perché integra le attività istituzionali pubbliche con quelle dell’attivismo, della cooperazione internazionale e del mantenimento della pace.
Il Ccp (il Corpo Civile di Pace) è costituito presso la segreteria di Stato per gli Affari esteri (l’equivalente della Farnesina in Italia) e vuole essere uno strumento operativo privilegiato per collaborare alla costruzione e al mantenimento della pace, specie in quei territori in cui sono presenti conflitti, anche armati, o dove possono presentarsi situazioni di violenza che, se non contenute, possono degenerare in conflitti armati.
La norma ribadisce come si tratti di un «corpo civile, nonviolento, volontario, organizzato dallo Stato» anche insieme a enti o associazioni. Queste ultime realtà (sia sammarinesi sia straniere) devono essere autorizzate dallo stesso Paese. Non tutti possono farne parte: è necessario che non abbiano fini di lucro, che abbiano esperienza e capacità operativa nei Paesi in guerra da almeno tre anni. Ma cosa fa? Promuove attività di formazione, prevenzione e trasformazione dei conflitti, monitoraggio, mediazione, accompagnamento, interposizione e riconciliazione, assistenza umanitaria, educazione alla nonviolenza, progetti di cooperazione e assistenza tecnica internazionale.
L’ente autorizzato può così presentare una richiesta di intervento al Corpo civile di pace allegando un progetto dettagliato sugli obiettivi, sulle attività, sui modi, sui tempi e sui costi della realizzazione. Alle missioni del Ccp possono partecipare tutti, sia sammarinesi sia stranieri, maggiorenni, che facciano una richiesta alla Commissione autorizzativa (presieduta dal Segretario di Stato agli esteri) attraverso gli enti autorizzati. I partecipanti agiranno tutti su base volontaria.
Nel corpo saranno presenti sia i cooperanti (dipendenti regolarmente assunti che accetteranno di partecipare in un progetto specifico) sia i volontari (non retribuiti).