Sarebbe stato bello nella classica calza della Befana trovare come regalo la cittadinanza per Patrick Zaki. “Ma come?! Ancora lì state?! Ma ve lo hanno anche liberato!” Qualcuno di certo commenterà così, lo sappiamo.
A loro e a tutti ricordiamo che Patrick non è stato liberato, ma è stato scarcerato in attesa della sentenza attesa il 1° febbraio.
Come tutti speriamo che arrivino ottime notizie, ma il discorso della cittadinanza come più volte ribadito è un’altra cosa. Una mozione è stata approvata al Senato il 14 aprile e alla Camera il 7 luglio, lo stesso giorno un cui consegnavamo nelle mani del Presidente UE David Sassoli le firme per la cittadinanza europea; non riusciamo a capire come sia possibile che da allora sia caduta nel dimenticatoio. Abbiamo fatto di tutto, organizzato eventi, manifestazioni e tanto altro, ma alla fine la domanda è rimasta sempre senza risposta: Perché la pratica è ancora ferma? A che punto si trova? Com’è possibile che nessuno ci abbia mai dato risposta? Davvero dopo mesi e mesi chi ha sostenuto tutto questo non merita nemmeno una risposta?
Continuiamo a chiedere e a insistere. Lo dobbiamo a Patrick, a tutti quelli che hanno firmato la petizione in Italia e in Europa, a tutte le associazioni e persone che con il loro supporto non hanno mai smesso di essere al nostro fianco, e soprattutto a tutti i prigionieri di coscienza che trarrebbero supporto da tutto questo.
Vogliamo davvero sperare che questo silenzio non serva a coprire accordi sottobanco che nemmeno vogliamo immaginare.
Noi insistiamo e insisteremo sempre perché vogliamo credere che il nostro governo sappia ascoltare e finalmente agire di conseguenza.