Dopo l’assemblea del 27 ottobre, la Rete Sostenere Riace giunge al suo secondo appuntamento con una serata intensa e varia alla Camera del Lavoro di Milano. Nonostante l’orario d’inizio sia fissato alle 20,30, la gente comincia ad arrivare molto prima e lascia all’ingresso un’offerta per la raccolta fondi lanciata da A buon diritto per coprire l’esorbitante risarcimento di 750.000 euro chiesto a Lucano e agli altri condannati in un processo ingiusto (alla fine della serata si conteranno 3.044 euro da 167 donatori, già inviati come contributo collettivo alla raccolta fondi “Per Mimmo – L’abuso di umanità non è reato”.
Già da quel primo momento si sente la solidarietà e la voglia di aiutare chi ormai rappresenta un simbolo di accoglienza, un modello che si è voluto colpire proprio perché si è rifiutato di sottomettere i valori di solidarietà e rispetto dei diritti umani alle congiunture politiche.
Un concetto fondamentale sottolineato da Giovanna Procacci nel suo intervento a nome della rete, insieme alla dichiarata volontà di battersi non solo per Riace, ma anche contro tutti i tentativi di criminalizzazione della solidarietà in Italia e in Europa. Introduzione alla serata unita al coinvolgente inizio di Alessio Lega, che canta “Il vestito di Rossini” eseguito ai funerali di Paolo Pietrangeli e ai saluti di Vincenzo Greco a nome della CGIL, generosa padrona di casa.
Massimo Cirri fa da conduttore con un tono divertente e serio al tempo stesso, introducendo un video di Luigi Manconi sulla raccolta fondi a sostegno di Lucano, che dà subito una buona notizia: in meno di due mesi si sono raccolti già più di 300.000 euro da parte di migliaia di donatori da tutta Italia e anche dall’estero: cifre molte varie, da pochi euro a varie migliaia, che testimoniano lo slancio solidale di moltissima gente nei confronti di un modello di accoglienza alternativo a quello “ufficiale”, che esclude e discrimina. La raccolta fondi andrà avanti fino alla fine del 2021. Se, come si spera, la condanna e il risarcimento non verranno confermati, la somma raccolta sarà destinata a finanziare progetti di accoglienza a Riace e in altri Comuni della Calabria.
Massimo Cirri invita poi sul palco Ascanio Celestini, accompagnato da Alessio Lega alla chitarra e Guido Baldoni alla fisarmonica. Comincia così un intenso pezzo teatrale e musicale, che tocca momenti salienti degli ultimi cento anni, dalla Marcia su Roma e la presa di potere dei fascisti nel 1922, all’attentato a Mussolini nel 1926, alle bombe del 1969, al colpo di stato fallito di Junio Valerio Borghese nel 1970, ma anche la grandezza e la terribile fine di Pier Paolo Pasolini, il Poeta, nato proprio l’anno della Marcia su Roma.
Giunge poi il momento atteso da molti, il collegamento telefonico con Mimmo Lucano. La platea segue emozionata, in un silenzio profondo, la sua testimonianza, come sempre semplice e diretta, sulle ragioni che lo hanno spinto a fare tutto quello che ha fatto – “e lo rifarei”, aggiunge tra gli applausi – per creare a Riace un luogo di solidarietà e rispetto dei diritti di tutti. “Non provo rancore per il giudice che mi ha condannato”, dichiara Lucano, “ma ho ancora cose da dire e da fare per oppormi alla denigrazione morale subita da Riace e per ottenere giustizia per tutti quelli che soffrono.” “Apri la finestra e senti l’applauso” lo invita Massimo Cirri alla fine. E la sala risponde con enorme calore.
Alberto Mallardo di Sea Watch, appena tornato da Augusta, dove i quasi 500 migranti salvati dalla nave della Ong tedesca sono finalmente sbarcati, porta l’esperienza diretta, sottolineata dalle foto che scorrono sullo schermo, di tutto quello che chi salva vite in mare deve affrontare: attese inumane per ottenere l’assegnazione di un porto sicuro, calunnie, continui attacchi giudiziari, politici e mediatici, ostacoli, processi, sequestri delle navi. Ma i primi a essere criminalizzati sono i migranti. Per questo, conclude, “andremo avanti finché non verranno riconosciuti i diritti di tutti”. E cita una frase Bertolt Brecht, ancora attualissima: “E vi preghiamo, quello che succede ogni giorno non trovatelo naturale. Di nulla sia detto: ‘E’ naturale’ in questi tempi di sanguinoso smarrimento, ordinato disordine, pianificato arbitrio, disumana umanità, così che nulla valga come cosa immutabile”.
Purtroppo però i migranti che annegano nel Mediterraneo sono molti di più di quelli che vengono salvati. Lo testimonia la lettura teatrale di Renato Sarti tratta dal libro “Naufraghi senza volto” del medico legale Cristina Cattaneo, che racconta i naufragi nel Mediterraneo dal punto di vista di Labanof, Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell’Università degli Studi di Milano, che lavora per restituire attraverso le autopsie identità e dignità ai morti in mare.
Accompagnati dalle foto che scorrono sullo schermo riviviamo i naufragi dell’ottobre 2013 e del 18 aprile 2015 e tutto il lavoro per eseguire le autopsie, catalogare vestiti e oggetti ritrovati e mettere i risultati al servizio delle famiglie dei dispersi. Racconti e immagini strazianti di “corpi su corpi” e di un barcone rimasto a lungo in fondo al mare e infine recuperato, per finire con la storia della pagella trovata cucita nella giacca di un ragazzino maliano, simbolo di una speranza che non ha mai potuto realizzarsi.
In collegamento video, Gherardo Colombo, presidente onorario della Onlus “ResQ – People saving People” torna sulla vergogna dei morti in mare. Parla dell’impegno per salvare vite, ma anche per far sì che le persone siano viste come tali, che siano accolte come previsto dalla nostra Costituzione. Una Costituzione, ricorda, scritta da chi aveva subito in prima persona discriminazioni e persecuzioni. E’ necessario riconoscersi a vicenda come parte di una stessa umanità e trattare gli altri come vorremmo essere trattati, conclude.
Elena Gimmelli della Rete Sostenere Riace racconta brevemente le prossime iniziative: dopo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza di Locri (prevista per fine anno) ci saranno momenti di approfondimento e valutazione politica del processo contro Riace e Lucano. Si organizzerà poi una serata con diverse realtà che si occupano di soccorso in mare e di aiuto concreto ai migranti alle frontiere e verso l’estate si sta pensando a viaggi e campi giovani a Riace. E’ stata infine creata una pagina Facebook della rete, a cui riferirsi per segnalazioni, commenti e informazioni.
Finale con un omaggio a Paolo Pietrangeli: “Contessa” cantata da Alessio Lega insieme a tutta la sala.
Foto di Rosetta Penna