Apprezzano “l’impegno e lo sforzo del Premier Draghi e del suo Esecutivo” e nello stesso tempo proclamano uno sciopero generale per il prossimo 16 dicembre intitolato “Insieme per la giustizia”.
Artefici di ciò sono la Cgil e la Uil, questa volta senza la Cisl, artefici di una piattaforma per lo sciopero i cui contenuti non affrontano il nodo centrale della situazione che stiamo vivendo, cioè il giudizio sul governo Draghi, governo dell’EU e della Confindustria e sull’impianto economico, politico e sociale che porta avanti: dal PNRR alla Legge di Bilancio ormai in dirittura d’arrivo e immodificabile nella sua essenza, fino al disegno di legge sulla concorrenza con il quale si preparano a privatizzare ciò che resta di pubblico in Italia; tutta la politica del governo Draghi è ispirata agli interessi delle grandi imprese ed è destinata ad approfondire le disuguaglianze sociali e territoriali.
Coloro i quali indicono questo sciopero generale hanno sottoscritto, assieme alla Cisl, l’accordo Whirpool dando il via libera a oltre 300 licenziamenti;
Coloro i quali indicono questo sciopero generale hanno, sottoscritto, assieme alla Cisl, il contratto di ITA che sancisce il totale dominio di impresa sulle lavoratrici e i lavoratori sopravvissuti al massacro degli ottomila licenziamenti Alitalia e nel quale, oltre a seppellire l’articolo 2112 sulla tutela dei lavoratori in caso di cessione di impresa, hanno anche accettato il taglio del 30% delle retribuzioni e una soglia di rappresentatività del 15% per poter fare sindacato nella neonata azienda pubblica.
Contemporaneamente, mentre anche la stessa Unione Europea riconosce la necessità
per tutti i Paesi aderenti di dotarsi di un SALARIO MINIMO a fronte di una clamorosa crescita del lavoro povero, Cgil-Cisl-Uil assieme alla Confederazione Europea dei Sindacati, attualmente a guida Uil, ottengono la possibilità di scantonare dalla direttiva e di poter definire il minimo salariale attraverso i contratti, cosa che non muterà minimamente la condizione oggi esistente.
Si potrebbe continuare quasi all’infinito nell’evidenziare tutte le enormi e storiche responsabilità di Cgil, Cisl, Uil nell’accompagnare la sistematica politica di smantellamento dei diritti e delle aspettative del mondo del lavoro e non solo, ma ci fermiamo qui, all’oggi, e ci basta e ci avanza.
La battaglia contro il governo Draghi, contro l’ipotesi di prosecuzione del banchiere europeo alla guida del governo o del Paese, non ha nulla a che vedere con questo sciopero, che non ci interessa e non ci riguarda.
comunicato -USB Federazione Del Sociale SLANG e ASIA USB Catania