Le elezioni presidenziali del 2016 in Gambia hanno aperto un dibattito interessante tra il Governo di Jammeh e i partiti di allora. Jammeh era ormai presidente da oltre un ventennio, e non era facile mettere alla porta un uomo così radicato nella carica più alta dello Stato. Sapendo che Jammeh era un dittatore brutale e totalitario, i singoli partiti difficilmente avrebbero potuto sfidarlo e uscirne vincitori, così hanno formato una coalizione per affrontarlo nelle elezioni del 2016.
In seguito, una serie di partiti come PDOIS, PPP, GPDP, UDP, GMC, NRP, figure di spicco come Fatoumatta Tamabajang e altre personalità importanti in Gambia e all’estero si sono alleati nella crociata per rimuovere il dittatore di lunga data. Ci sono state delle consultazioni e si è deciso che Adama Barrow avrebbe guidato la coalizione nella competizione elettorale. Barrow ha avuto solo tre mesi di campagna elettorale prima delle elezioni. I gambiani erano assetati di cambiamento, in molti sentivano di vivere in tempi incerti, sotto un regime che violentava e tormentava i cittadini nel modo più brutale. Durante la campagna, tutti hanno sentito il cambiamento nell’aria quando la maggior parte dei gambiani si è unita in manifestazioni a sostegno della coalizione, contro l’APRC di Jammeh e il GDC di Mama Kandeh, che allora partecipava alle elezioni per la prima volta e aveva rifiutato di unirsi alla coalizione. L’atmosfera era satura di sentimenti contrastanti, dal momento che le persone credevano nella vittoria della coalizione, ma erano anche consapevoli delle gravi ripercussioni che avrebbero subito se avesse perso. Jammeh, infatti, avrebbe messo in atto pesanti misure di rappresaglia contro tutti coloro che avevano contestato il suo governo e il suo mandato.
Il 1° dicembre 2016, i gambiani sono affluiti alle urne in gran numero per votare il cambiamento. I risultati delle elezioni nazionali sono stati letti dal presidente della Commissione Elettorale Indipendente (IEC), Alhagie Momar Njie. Dopo quarantott’ore di tedio e tensione in attesa dei risultati, Adama Barrow è stato debitamente dichiarato vincitore delle elezioni. Lo stesso giorno, Jammeh si è rivolto a Barrow attraverso i canali della televisione nazionale, facendogli i migliori auguri e riconoscendo la sconfitta. Ha inoltre espresso la sua fede nelle decisioni di Dio, assicurando che non avrebbe mai contestato la Sua volontà. Queste parole sono state accolte da applausi e festeggiamenti: finalmente era arrivato il cambiamento. Tuttavia, dopo quarantott’ore di celebrazioni, il paese è rimasto di sasso all’annuncio che Jammeh avrebbe parlato alla nazione. Nel discorso, l’ex-dittatore ha contestato i risultati, ha sostenuto che le elezioni erano state truccate e che non avrebbe lasciato il potere finché non fosse stata fatta giustizia. I soldati hanno invaso il paese; il popolo era nel caos, e la situazione è sfociata in un’impasse politica, fino a quando ECOWAS e l’Unione Africana non sono intervenuti come mediatori per assicurarsi che fosse ripristinata la pace. Jammeh è stato costretto ad accettare l’esilio in Guinea Equatoriale, mentre Barrow ha prestato giuramento nell’ambasciata gambiana in Senegal.
Tuttavia, Barrow, che aveva firmato un accordo in base al quale si sarebbe dimesso dopo tre anni, non ha onorato la promessa fatta, ma ha continuato a governare per cinque anni, formando un suo partito, il “National People’s Party” (NPP). Nelle elezioni presidenziali del 4 dicembre 2021, Barrow ha sfidato altri cinque partiti in campagna elettorale. Sono stati fatti attacchi personali e anche l’acquisto dei voti era all’ordine del giorno. Senza dubbio, il più feroce avversario dell’NPP era l’UDP dell’avvocato Darboe, che voleva non solo vincere le elezioni, ma anche esautorare Barrow, nella convinzione che non favorisse lo sviluppo del paese. Il giorno delle elezioni, i candidati sono andati a votare e ognuno di loro ha rilasciato un commento ai media, dichiarandosi fiducioso di vincere le elezioni. Dopo ventiquattr’ore di grande affluenza, pari all’89,3% dei 962˙157 elettori registrati, i gambiani hanno deciso chi li guiderà per i prossimi cinque anni. La Commissione Elettorale Indipendente ha annunciato la vittoria di Barrow con il 53% dei voti. Le principali roccaforti dell’UDP sono state dominate dal NPP e le province del Gambia non ha perso tempo nelle elezioni di quest’anno. Infatti, l’NPP di Barrow ha raccolto più voti di tutti gli altri partiti messi insieme. Prima dell’annuncio dei risultati finali, abbiamo assistito a una breve conferenza stampa dei partiti dell’opposizione UDP, GDC e del candidato indipendente Essa Faal, nella quale hanno minacciato di contestare i risultati in tribunale, citando i fattori che li spingevano a dubitare dell’equità e della credibilità delle elezioni. Si sono lamentati per l’attesa dei risultati, durata più del previsto, e alcuni dei loro rappresentanti hanno riferito casi di condotta inappropriata e hanno promesso di proseguire le indagini, mentre si preparano a portare la questione in tribunale.
Nel frattempo, la conferenza non ha impedito alla Commissione Elettorale Indipendente di continuare con l’annuncio dei risultati, dichiarando Adama Barrow Presidente eletto. I gambiani sono usciti numerosi dalle loro case per celebrare la vittoria, in una chiara manifestazione di democrazia e stato di diritto. Hanno manifestato la propria felicità nell’intero paese, nonostante il malcontento dell’opposizione.
Alla fine, Essa Mbye Faal, candidato indipendente che ha collaborato con UDP e GDC, ha ritirato la sua dichiarazione, ha accettato i risultati e si è congratulato con il Presidente eletto. Quarantott’ore dopo l’annuncio dei risultati, i sostenitori dell’UDP sono scesi in strada per contestarli. Hanno manifestato la loro insoddisfazione e il loro disaccordo. Il traffico è stato bloccato, la violenza era all’orizzonte, la pace del paese ha vacillato. La polizia è intervenuta per prevenire la rivolta dei militanti dell’UDP, accampati sia a Kairaba Avenue che a Brikama. A Brikama, tuttavia, i militanti non hanno accolto pacificamente l’arrivo degli agenti. Si sono ribellati, e sono stati lanciati gas lacrimogeni che hanno provocato delle vittime, ma finora nessuna morte è stata confermata.
L’opposizione deve ancora presentare ricorso per i risultati elettorali e ha solo dieci giorni di tempo per farlo. Pace e tranquillità regnano nelle strade, e le persone sono tornate alle loro normali attività lavorative.
Mamut Jagne
tradotto dall’inglese da Giulia Travaglini