Ieri a Torino si è tenuto un presidio, davanti al Consolato Polacco in via Madama Cristina 142, per manifestare contro le politiche di respingimento delle persone migranti
Persone di tutte le età si dono riunite davanti al Consolato Polacco di Torino per manifestare la solidarietà nei confronti delle persone migranti bloccate al confine tra Polonia e Bieloriussia.
Toccanti gli interventi. Il freddo intenso e umido, la serata densa di foschia non hanno fermato la solidarietà. In tutti la consapevolezza della fortuna di poter tornare in una casa calda e di poter dormire in un letto, al contrario della condizione disumana nella quale politiche disumane, ignobili, feroci, costringono persone che hanno avuto la sfortuna di nascere “altrove”. Molti di loro, data la provenienza, avrebbero pieno diritto d’Asilo.
E’ sempre più determinata la resilienza di chi non vuole tutto questo. Rabbia, amarezza, profonda tristezza: sentimenti che pervadono persone che sentono di non potersi voltare dall’altra parte. E’ evidentissimo l’imperativo categorico che li spinge. Empatia, umanità, immedesimazione nel dolore dell’altro. Un atto rivoluzionario in una società che rifugge il dolore.
Presente al presidio anche l’Assessore alle politiche sociali del Comune di Torino Jacopo Rosatelli (Sinistra Ecologista).
La piattaforma dei manifestanti:
Da più di un mese la polizia polacca respinge brutalmente chi tenta di trovare rifugio in Europa, blocca uomini, donne, e bambini nella foresta, senza riparo né cibo, e spesso distrugge i pochi beni che essi portano con sé.
Noi non possiamo accettare che le persone migranti, in realtà nella maggioranza dei casi, profughi di guerra, usate come tragico strumento di pressione dalla Bielorussia, siano abbandonate nella foresta con temperature glaciali, né che siano respinte in modo violento o che siano lasciate morire di fame e di freddo, come sta avvenendo da un mese ad oggi.
Mentre l’attenzione dei principali media su questa tragedia sta già scemando, migliaia di persone si trovano ora intrappolate Lungo il confine con La Polonia, disperse tra i boschi, in continua fuga dalla polizia, a pochi km dalla ricca Europa che potrebbe/ dovrebbe accoglierli, se davvero incarnasse i valori che continuamente sbandiera al Parlamento europeo.
Fortunatamente gruppi di volontari indipendenti si sono attivati e ogni giorno danno il proprio contributo, con interventi diretti sul Luogo o in alternativa contribuendo dall’ Italia con raccolte fondi e invio di denaro.
Tutte le persone hanno il diritto di chiedere La protezione internazionale in uno degli stati dell’ Unione Europea. Respingerle senza avere valutato questo diritto e illegale. I respingimenti di massa sono un crimine contro l’umanità.
L’Europa con l’esternalizzazione delle frontiere di fatto consegna uomini, donne e bambini/e a Stati nei quali sono sottoposti a torture, violenze o a rischiare la morte in mare e nei lager.
Frontex è il braccio armato dell’Europa Fortezza. Siamo qui per chiederne L’abolizione. Le ingenti risorse destinate all’Agenzia vanno impegnate in un radicale cambiamento della politica sull’immigrazione per consentire ingressi legali e per ricerca di Lavoro.
Hanno aderito:
Torino per Moria, Associazione La Poderosa APS, Carovane Migranti, Collettivo Azione Pace ODV, CGIL Torino, Comitato Oltre la Barriera, Comitato Pace e Cooperazione Internazionale del Comune di Chieri, Famiglie Accoglienti Torino, LasciateCIEntrare, GrIS Piemonte, Laboratorio Politico Il Cubo (Chieri), LanguageAid, Pastasciutta Antifascista di Torino, Soomaaliya onlus, Resistenza 2 Febbraio, Rete Welcoming Asti, Partito di Rifondazione Comunista Federazione di Torino, Veglie contro le morti in mare.
L’intervento dell’Avv. Gianluca Vitale (durata 3:26):