Una campagna fatta di gesti semplici, simbolici e solidali: diffondere un volantino via mail e social, o stamparlo, scattarsi una foto davanti a un negozio Benetton-United Colors, possibilmente in queste settimane del Natale, con il volantino o un cartello con la scritta “Benetton? No grazie”.
Riferimento per ricevere volantino e informazioni e inviare la propria foto: Giorgio Schultze
Mail: giorgio.schultze@iol.it
Cell. 3356876313
Una dolorosa “striscia grigia” d’infinita tristezza accompagna ormai da anni tutte le azioni economico-finanziarie dei Benetton in Italia e nel mondo…
I “colori liberi del mondo” hanno abbandonato Benetton e si uniscono nella difesa dei Diritti del Popolo Mapuche (Patagonia-Argentina 1991-2021).
I “colori liberi del mondo” hanno abbandonato Benetton e si stringono intorno alle famiglie del Ponte Morandi (Genova-Italia, 14-08-2018).
Noi colori siamo luce, sole, terra, stelle, prati, alberi, cielo, mare, fiori, popoli multicolori.
Noi colori siamo di tutti e siamo formati proprio da tutti.
Noi colori non siamo un “marchio registrato”, non siamo una proprietà privata.
Noi colori siamo nati e resteremo sempre liberi…
Tranne quella mattina del 14 agosto 2018 quando il ponte Morandi di Genova croll, e noi colori delle valigie, dei corpi, degli abiti, dei giocattoli, degli zaini, delle scarpe ci tingemmo di rosso sangue, prima che un manto di polvere grigia, asfalto e calcinacci ci ricoprisse definitivamente.
Tranne che in Patagonia nella “Gabbia” di filo spinato che circonda i 900.000 ettari delle tenute dei Benetton, dove i colori del Popolo Mapuche sono stati allontanati dalla loro terra natale e dove ora abbondano solo il grigio del deserto dell’anima, della morte di Santiago Maldonado (28 anni, 1° agosto 2017), di Rafael Nahuel (22 anni, 25 novembre 2017), di Elias Garay (29 anni, 21 novembre 2021), delle prigioni dove è stato rinchiuso Facundo Jones Huala (35 anni).
Tranne dove è stato imposto quel manto grigio di infinita tristezza tessuto con fili d’inganno, egoismo, ingordigia, violenza, aggressività, arroganza, ingiustizia, sopraffazione, oppressione, predominio, sopruso, indifferenza verso i Popoli e abuso della Madre Terra.
Noi colori abbiamo deciso di abbandonare Benetton
e rientrare nelle matite e nei pennarelli dei tanti giovani
che stanno riscrivendo la storia,
che chiedono terra, acque e cieli puliti,
che chiedono un futuro di pace e convivenza tra i popoli.
Colori di tutto il Mondo, Unitevi!
Per la difesa della Madre Terra! Per la difesa dei Diritti dei Popoli!
Estratto da una lettera inviata nel 2004 a Luciano Benetton dal Premio Nobel per la Pace Adolfo Pérez Esquivel
“Signor Benetton, lei ha comprato 900 mila ettari di terra in Patagonia (Argentina) per aumentare le sue ricchezze e il suo potere e agisce con la stessa mentalità dei conquistatori: non ha bisogno di armi per raggiungere i suoi obiettivi, ma uccide ugualmente utilizzando i soldi… Si è avvalso del denaro e della complicità di un giudice senza scrupoli per togliere le terre a un’umile famiglia di fratelli Mapuche…Vorrei ricordarle che “Mapuche” significa “uomo della terra” e che esiste una comunione profonda tra la nostra Pachamama, la “Madre Terra” e i suoi figli…
Gli indigeni hanno soprannominato la sua tenuta “la Gabbia”, cinta con il fil di ferro, chiusa, che ha imprigionato i venti, le nuvole, le stelle, il sole e la luna; la vita è scomparsa perché tutto si riduce a un valore in termini economici e non in conformità all’armonia della Madre Terra.
Tutti siamo di passaggio su questa Terra. Quando arriviamo stiamo già partendo, non possiamo portare niente con noi. Possiamo però lasciare dopo il nostro passaggio le mani piene di speranza per costruire un mondo più giusto e fraterno per tutti”.