Questa mattina, al Centro Sereno Regis di Torino, si è tenuta, a due anni dalla sua scomparsa, la conferenza stampa della famiglia Raddi sulla drammatica vicenda occorsa ad Antonio, che nel carcere di Torino ha continuato a perdere peso fino alla morte.
Visibilmente toccata, la Garante delle persone private della libertà personale, Monica Gallo, ha riassunto la vicenda gravissima e del tutto sconcertante: “E’ da quando ricopro questo ruolo che provo una grande rabbia. Ho fatto tutto quello che era nelle mie possibilità”.
Incontra per la prima volta Antonio a giugno del 2019, stava bene. A luglio inizia a dimagrire. Il 7 agosto la Garante invia una nota all’ASL penitenziaria la quale il 20 agosto risponde che non è stata individuata alcuna criticità nel quadro clinico. Il 23 settembre la Gallo lo rincontra e nota un visibile peggioramento. Contatta i legali è scrive un’altra nota all’ASL, alla quale rispondono il 20 novembre dichiarando che “è strumentale“, ma che verrà disposto un ricovero.
Il 3 dicembre Antonio non è ancora ricoverato, a quel punto la Garante scrive un’ennesima nota all’ASL per chiedere un ricovero urgente in “repartino” (reparto psichiatrico ospedaliero), dopo essersi preventivamente informata della diponibilità di posti in reparto. Il 4 dicembre lo vede personalmente, è in sedia a rotelle, Antonio le dice che ha vomitato sangue. A quel punto la Gallo si reca personalmente dal direttore del carcere per chiedere un ricovero urgente. Il 5 dicembre invia un’ulteriore nota all’ASL, al Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria, al Garante Nazionale e al Garante Regionale. Il 9 dicembre non riceve risposta dal carcere e invia un altro sollecito. Scopre poi che il 10 dicembre Antonio è stato ricoverato, ma per pochissime ore, all’ospedale Maria Vittoria perché aveva perso i sensi.
Viene poi ricoverato in repartino, ma: “Antonio non ha più la forza e la consapevolezza di capire che quello poteva essere un percorso che probabilmente lo avrebbe aiutato. Non è stato supportato psicologicamente in questa scelta: ha firmato e dopo un’ora era di nuovo in carcere”. L’11 dicembre la Garante riceve una nota congiunta dall’ASL penitenziaria e dalla Direzione del carcere nella quale viene dichiarato che la situazione è sotto controllo. La Garante a quel punto fa intervenire l’Ufficio del Garante Nazionale, si recano in carcere per vedere Antonio: ha difficoltà ad esprimersi e sta sempre peggio.
Il giorno successivo, 12 dicembre, interviene il Garante Nazionale chiedendo il ricovero: le condizioni di salute di Antonio sono incompatibili con la detenzione. Il 13 dicembre viene ricoverato ed entra in coma farmacologico. La diagnosi è chiara: è gravissimo, gli organi vitali sono compromessi. Morirà il 30 dicembre.
La dichiarazione della Sig.ra Rosalia, la mamma di Antonio (Durata 0:26):
Le dichiarazioni della Garante comunale Monica Gallo (Durata 2:32):
Le dichiarazioni dell’Avv. Vitale, legale della famiglia (Durata 2:25):