Per chi avesse qualche dubbio sulle intenzioni del Governo dei Migliori in tema di Transizione ecologica, o volesse farsi un’idea degli impatti che questo stile di Transizione infligge già da tempo all’ambiente mentre dice di voler fare tutto il contrario, consigliamo una gitarella in Val di Susa.
Dove il consumo di suolo non è mai stato un problema, anzi! a giudicare dalla sfilata di capannoni abbandonati nel corso dei decenni. Ma quando poi si tratta di “interventi utili per velocizzare la realizzazione dei cantieri della Torino-Lione” come nel testo dell’emendamento al decreto Trasporti recentemente votato in Parlamento con il sostegno della Regione Piemonte, la devastazione diventa un tale meritorio affare da fregiarsi del titolo di Grande Opera, per di più Strategica per cui: a qualsiasi costo, compresa la prevista necessità di mobilitare l’esercito per la sorveglianza dei siti “perché abbiamo visto nuovamente moltiplicarsi gli attacchi alle aree che ospitano i cantieri”, da non credersi.
In una valle già parecchio stretta e già molto ‘consumata’ nel corso dei decenni, ecco dunque aggiungersi nelle scorse ore l’ennesima dichiarazione di guerra: questo decreto fortemente voluto dal vicepresidente di Forza Italia Roberto Rosso, con il sostegno di un altro deputato forzista fervente Si TAV, Diego Sozzani (che tra l’altro a breve andrà a processo nel quadro di un’inchiesta che riguarda un sistema di appalti e finanziamenti illeciti in Lombardia) e praticamente immodificabile “dopo il via libera del Governo”. Cosa fatta capo ha.
Da notare: tutto questo succedeva negli stessi giorni in cui tutti noi fuori dal Palazzo, riuscivamo al massimo a condividere messaggini sull’affossamento della “Legge Zan”, in aggiunta ai normali litigi attizzati dal Green Pass – e insomma il solito indecente teatrino, anzi peggio del solito.
E quindi, cosa prevede questo Decreto che estende la qualifica di area d’interesse strategico a ben sette comuni della Val Susa, oltre a quello di Chiomonte? In rapida carrellata con davanti la mappa, ecco in alta valle il comune di Salbertrand, che dovrebbe ospitare su un’estensione di 100.000 mq stretta tra il fiume e l’autostrada A32, la fabbrica dei conci utili al rivestimento della galleria, utilizzando buona parte del materiale di scavo dalla galleria del versante italiano. E poi Giaglione, dove è previsto l’allargamento del cantiere già aperto in Val Clarea per la costruzione del tunnel di base. Subito dopo viene Susa, che dovrebbe ospitare l’avveniristica stazione internazionale dove attualmente sorge l’autoporto che in anni passati avevano pensato e persino già ultimato a San Didero, ma ooops proprio mentre stavano per inaugurarlo hanno cambiato progetto – e cosa vuoi che sia (per l’ambiente) qualche tonnellata in più o in meno di cemento, quando è proprio lì che ci si guadagna! Subito dopo Susa viene Bussoleno, dove sarebbe previsto il ponte per il raccordo tra la nuova linea ferroviaria e quella storica. Per i comuni di San Didero e Bruzolo questo decreto si limita a sancire quanto in effetti già avvenuto lo scorso aprile– ovvero l’occupazione dei terreni destinati al ‘nuovo’ autoporto sulle rovine di quello ‘vecchio’ che avevano quasi inaugurato…Occupazione in piena notte, senza alcun preavviso ai sindaci, con impressionante dispiego militare, come ci si aspetterebbe per una missione di guerra in territorio nemico – da non credersi. Ed eccoci infine a Torrazza Piemonte, cui toccherà l’area di stoccaggio del materiale di scavo dal tunnel di Chiomonte, benché distante un centinaio di chilometri – e quel materiale estratto dalle viscere di una montagna notoriamente ricca di radhon e materiale amiantifero, ha già da tempo messo in allarme vari Comitati NoSmarinosin dall’area di Chivasso, dove (per non farci mancare nulla) gli abitanti si stanno mobilitando anche contro la possibilità che la zona venga scelta per il deposito nazionale di rifiuto radioattivi.
Ora, proviamo solo per un attimo a visualizzare il colossale movimento terra e conseguente trasporto per anni, di in quantificabili volumi di materiale di scavo su e giù per la valle, in una valle oltretutto caratterizzata da forti venti, in diretta corrispondenza con una Pianura Padana già da tempo al top delle classifiche di inquinamento in Europa – per la realizzazione di un TAV che si pregia di voler togliere dalla strada un milione di camion per ridurre il traffico su ruota considerato inquinante, ma nel frattempo produrrà un incremento di CO2 che (lo ha detto la stessa Corte dei Conti Europea) sarà possibile compensare solo nell’arco di vari decenni, ma senz’altro NON entro le scadenze teoricamente previste dal Green New Deal… ed ecco spiegato perché 1) il Movimento NoTAV ha mille ottime ragioni per opporsi a un progetto in tutti i sensi sbagliato, climaticida, da cancellare; 2) le priorità sarebbero ben altre, su tutti i possibili fronti, in particolare quello della sanità e della messa in sicurezza: 3) l’intero castello della Transizione Ecologica è una colossale presa in giro, un’indecente aggressione ai territori e a chi ci vive dentro.
Alla Sindaca di Bussoleno, Bruna Consolini, abbiamo chiesto un commento.
“In un certo senso ce l’aspettavamo. I nostri consulenti del Comitato Tecnico stavano ragionando da tempo circa il rischio che la Val di Susa venisse trasformata in un unico grande cantiere per opere funzionali alla Torino-Lione, e insomma: non posso dire di essere sorpresa, ormai non possiamo più sorprenderci di niente” ci ha risposto.
Bussoleno, per chi non ci fosse mai stato, potrebbe apparire come una tranquilla cittadina di mezza valle, con il suo bel centro storico che costeggia il torrente Dora, la via principale moderatamente trafficata di macchine, i segni di un passato industriale tramontato da un bel pezzo, il lavoro che ormai gravita su Torino.
Senonché nel caso della detenuta Dana Lauriola (colpevole di aver espresso il suo dissenso al TAV dentro un megafono, che sarebbe un diritto sancito dall’Art 21 della Costituzione) il fatto che la sua residenza coincidesse proprio con Bussoleno venne considerato dal Giudice un aggravante – non a caso i domiciliari dopo i sei mesi di galera glieli hanno concessi a Torino invece che a casa sua. E guarda caso a Bussoleno ci abita anche Nicoletta Dosio, altra nota irriducibile antagonista anzi ‘pasionaria’ (così viene regolarmente definita) del Movimento NoTAV, attualmente a processo per ben 130 evasioni, per non dire della galera che le è toccato di scontare l’anno scorso in pieno Covid. E non è finita: Bussoleno vanta anche la cittadinanza di quell’altro avanzo di galera che risponde al nome di Emilio Scalzo, sulla cui testa pende addirittura un Mandato di Estradizione da parte della Francia, per non meglio specificate aggressioni contro un gendarme, peraltro determinato a massacrarlo di santa ragione. Abbastanza per capire che se i NoTav sono tutti terroristi come ha recentemente sentenziato Maurizio Molinari (direttore de La Repubblica), Bussoleno dev’essere il punto caldo, diciamo pure il covo.
Reputazione che la sindaca Consolini rigetta con composta fermezza ogni volta che può, come mi è capitato di sentirle dire in più di un’occasione. Ma in ogni momento critico (e di momenti critici la sua Bussoleno ne ha visti parecchi) lei è sempre in prima fila, orgogliosa del tricolore e del mandato che rappresenta.
Ed è con la stessa pacatezza, assolutamente scevra da tonalità rassegnate, che mi ragguaglia ora circa le ultime notizie: “In effetti non è chiaro se la valle verrà considerata un unico grande cantiere, oppure una serie di cantieri distinti, con la problematica di garantire la massima fluidità di movimentazione tra i cantieri, tutto da capire. Ma senz’altro il fatto che questi cantieri siano definiti località strategiche comporterà una serie di misure che ci toccherà studiare, e la cosa incredibile è che nessuno ci ha avvisati!”
Esattamente come nel caso di San Didero…
Come amministrazioni comunali siamo invisibili per il cosiddetto Ente proponente, ovvero la TELT: come se non esistessimo! Non una telefonata, una email o Pec, nulla! Io ne so quanto lei, ho appreso la notizia dal giornale! Ma se lo scenario che ci si presenta è quello della cantierizzazione diffusa, con le problematiche connesse a livello di normale traffico, logistica e così via, noi sindaci non dovremmo apprenderlo dal giornale, le pare? Ipotizziamo pure che in previsione della contrarietà di un buon numero di sindaci, abbiano preferito velocizzare, come infatti sta scritto nello stesso testo del decreto. Anche in quel caso io come Sindaco, con mandato di tutela della salute pubblica, della protezione civile, di tutta una serie di cose di non secondaria importanza anche sul fronte dell’ordine pubblico, dovrei essere consultata: ci sono non poche cose da decidere, devo essere messa in condizioni di collaborare. Francamente ritengo inaccettabile questa procedura così poco rispettosa del ruolo e delle funzioni delle amministrazioni locali.
Ma come mai secondo lei hanno avvertito questa necessità di velocizzare, se è vero che la Grande Opera è praticamente ferma al tunnel geognostico.
Me lo chiedo anch’io. E l’unica risposta che riesco a darmi è che solo in questo modo possono dimostrare che i lavori procedono spediti anche se così non è. Posso capire la considerazione di area strategica per il cantiere di Chiomonte in Val Clarea. Manon capisco la necessità per Bussoleno, dove senz’altro è previsto il ponte di collegamento tra la linea transfrontaliera e quella storica perché così dice il progetto – ma chissà quanto tempo passerà prima di vedere arrivare i binari del TAV, con tutti i ritardi che hanno avuto a Chiomonte. Possibile che tra oggi e il prossimo anno il progetto possa procedere così spedito da necessitare questa urgenza? In compenso hanno deciso di esonerare il comune di Caprie come sito di stoccaggio per lo smarino, almeno per il momento; e però hanno inserito Torrazza Piemonte, benché molto più lontano e già parecchio afflitto da problemi ambientali.
L’unico sprazzo di luce, è il fatto che la Regione ha invitato i 14 comuni individuati come soggetti interessati alla tratta transfrontaliera ad esprimere la propria rappresentanza in un Comitato di Pilotaggio su VIS (Valutazione di impatto sulla salute), VIA (valutazione di impatto ambientale) e almeno questo è un fatto positivo, stiamo valutando come muoverci nell’ambito dell’Unione Montana in collaborazione con l’Ass.ni ProNatura e Medicina Democratica. L’emergenza ambientale è un problema chela Val di Susa sta soffrendo da tempo, e che il TAV potrà solo aggravare!
E per via dei venti che soffiano molto forti come sappiamo, il progetto non potrà non impattare anche in bassa valle, su Torino, e ben oltre…
C’è il vento, c’è il torrente Dora, c’è un intero contesto ambientale fatto di aria, acqua, e soprattutto terreni che per anni hanno subito l’interramento e sversamento di nocività di ogni genere, e tutto questo avrebbe urgentemente bisogno di indagini, bonifiche, interventi di cura, come infatti avevamo espresso con chiarezza con il consiglio aperto dell’Unione Montana, tenutosi a San Didero all’inizio dell’estate, con la partecipazione di tutti i rappresentanti dei Comuni. Auguriamoci che almeno in questa direzione possano essere varate iniziative concrete di bonifica! Di quante cose avrebbe urgentemente bisogno questa valle ben prima del TAV!
E auguriamoci anche che quell’impressionante fortificazione dell’ex area boschiva di San Didero, così visibile a chiunque abbia occasione di transitare per la valle, possa servire da monito. A differenza della devastazione che procede inosservata da anni nell’area di Chiomonte, lo scempio di San Didero sono lì, sotto gli occhi di tutti: sia che viaggi in autostrada, oppure in treno, impossibile non accorgersi dei jersey e delle recinzioni, della luce accesa giorno e notte, del trinceramento delle truppe, dell’incredibile militarizzazione…
Che però, prima o poi, anzi molto presto, ci ritroveremo anche a Bussoleno.