Un fine settimana denso di webinar, presentazioni di campagne e di iniziative sui temi più vari – femminismo, economia, reddito di base e molto altro con il filo conduttore dell’essere umano come valore centrale. Il tutto nella cornice dell’Incontro Mondiale Aperto del Nuovo Umanesimo.
Il webinar organizzato da Mondo senza Guerre e senza Violenza tocca un tema centrale e purtroppo spesso ignorato o manipolato dai media mainstream: quello del disarmo e della pericolosità dell’energia nucleare sia civile che militare.
Gli interventi di Giuseppe Bruzzone, storico obiettore di coscienza, di Marco Giorgino, del gruppo Argonauti per la pace di Mondo senza Guerre e di Alfonso Navarra dei Disarmisti Esigenti denunciano i rischi di una guerra nucleare che coinvolgerebbe tutto l’umanità, sostengono la lotta per l’eliminazione delle guerre e lo smantellamento degli arsenali atomici e ribadiscono l’importanza di aderire al Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari (TPAN) entrato in vigore nel gennaio di quest’anno e ratificato da oltre 60 paesi (ma non dalle potenze nucleari e neanche da Paesi, come l’Italia, che ospitano ordigni atomici di enorme potenza).
Dagli interventi emerge un elemento poco conosciuto e di enorme gravità: nelle scandalose operazioni di greenwashing con cui si sta cercando di impedire un vero cambio di rotta rispetto alla lotta ai cambiamenti climatici si distingue il tentativo di spacciare l’energia nucleare civile come energia pulita e rinnovabile. Nel caso italiano, questo significa tra l’altro ignorare l’esito del referendum del 2011; il Ministro della Transizione Ecologica Cingolani è un vero campione in questo senso.
La consapevolezza del legame tra nucleare civile e militare e del contributo di eserciti e armi nucleari all’inquinamento e al cambiamento climatico è purtroppo scarsa in generale e perfino tra gli attivisti per il clima e trova pochi appoggi in Parlamento. Un chiarimento su questo punto è dunque più urgente che mai.
Con Annabella Coiro di Mondo senza Guerre e del Centro di Nonviolenza Attiva di Milano si passa al tema dell’educazione raccontando l’esperienza di Edumana, una rete di scuole, associazioni ed enti territoriali e allo stesso tempo una pratica e una sperimentazione di educazione umanista alla nonviolenza attiva. I punti fondamentali sono la necessità di unire cuore, corpo e mente, lo sviluppo integrale dell’essere umano, il rifiuto di ogni forma di violenza e discriminazione e la creazione di un clima nonviolento in cui sia possibile sviluppare persone nonviolente.
A livello pratico si lavora con docenti, genitori, alunni e personale scolastico per sviluppare quella capacità di relazionarsi e cooperare spesso trascurata dai programmi “ufficiali”, oltre a coinvolgere le associazioni del territorio con laboratori teatrali, di meditazione e altro ancora.
In sintesi, una sperimentazione che ha come obiettivo la crescita e lo sviluppo dell’essere umano in una direzione nonviolenta.
Si parla di esperienze, sebbene in un campo diverso, anche nel webinar “Senza Frontiere”, che riunisce diverse associazioni attive da anni nella difesa dei diritti dei migranti e nella denuncia delle violazioni perpetrate dalla disumana politica europea.
Negli interventi di Nira Cabero di Mondo senza Guerre, Giovanna De Mitolo di Milano senza Frontiere, Fausto Fenaroli del Naga, Antonella Freggiaro di Abareka Nandree e Carlos Cardona di Non Possiamo Più Aspettare rivivono le esperienze di attivisti tenaci e generosi, impegnati a denunciare le decine di migliaia di morti nel Mediterraneo e alle frontiere europee, i respingimenti illegali, i centri di detenzione disumani o i ritardi e le attese per ottenere permessi di soggiorno, ricongiungimenti familiari o cittadinanza italiana.
La Marcia dei Nuovi Desaparecidos, che ogni primo giovedì del mese in Piazza Scala a Milano, davanti alla sede del Comune, ricorda le migliaia di dispersi in mare si ispira all’azione delle Madri di Plaza de Mayo in Argentina e rappresenta un emozionante momento di memoria e di denuncia.
La ribellione davanti alla negazione dei diritti fondamentali e la ricerca di ciò che unisce gli esseri umani al di là delle differenze (che sono comunque una ricchezza da apprezzare e non da temere) fa da filo conduttore ai diversi interventi. E’ un momento duro e difficile, ma proprio per questo è fondamentale ricordarsi che tutte queste azioni sono giuste e non perdere speranza e fiducia.