Si è aperta con un evento importante la XXIV edizione del Religion Today Film Festival, a Trento: è stata ospite Zahara Ahmadi, imprenditrice di 32 anni che, dopo aver trascorso diverso tempo in Iran, ha deciso di fare ritorno a Kabul, sua città natale. Qui prende in gestione il ristorante Saharpaz per poi cercare di aprirne un altro entro la fine del 2021, ma verso l’estate la situazione in Afghanistan si fa sempre più difficile e Zahra si oppone al regime dei talebani. Scende in piazza, ci mette la faccia. Il fratello Hamed, dopo le minacce rivolte alla sorella, da Venezia dove si trova dal 2000 insieme al resto della famiglia, lancia un appello per portare anche Zahara in Italia; la giovane donna ha ricevuto, durante la Mostra del Cinema, il Premio “Women in Cinema Award”.
Molti i film iraniani che hanno preso parte al vasto programma del Religion Today che si è tenuto dal 22 al 29 settembre 2021 con il titolo, per quest’anno, “Nomadi nella fede”. Vogliamo parlare di un documentario che ci ha molto colpito sia per il contenuto sia per la realizzazione artistica: The conference of the birds, di un giovane e talentuoso autore Shahab Kermani, che racconta la comunità siro-cattolica di Ali-Khalil da sempre in dialogo con l’Islam. Durante la guerra civile, molte persone sono state rapite dall’ISIS e alcuni, tra loro anche monaci e monache, hanno trovato rifugio in una casa nella città di Sulaymaniyah, in Iraq: all’interno di questo luogo di accoglienza per tutte e per tutti è stato realizzato uno spettacolo teatrale tratto dal libro “La conferenza degli uccelli” del mistico islamico Farid ud.Din Attar in cui i personaggi, secondo le tecniche dello psico-drama, esprimono le proprie emozioni tramite lo svelamento di ricordi, spesso terribili perchè legati all’eperienza del conflitto. Cinema, Teatro, Poesia per un intreccio di fedi e di umanità, quindi.
Il Premio “Membro della giuria” è stato assegnato ad una donna e restiamo in Iran: Elaheh Nobakht, una delle pioniere dell’industria cinematografica del Paese mediorientale che ha esortato i giovani a prendersi la responsablità di provare a raccontare il mondo, anche grazie all’uso della cinepresa. E tanti sono i cortometraggi targati Iran presenti al festival che parlano di donne e di decisioni estreme dettate dalle difficoltà in cui vivono a causa delle condizioni politiche e delle tradizioni culturali e religiose: Before darkness, di Mosayeb Hanaei, narra di una madre che nasconde il figlio perchè non ha abbastanza soldi per viaggiare oltre il confine, ma il suo piano verrà svelato e la donna si troverà a fare una scelta drammatica; lo stesso accade ad un’altra, Farzaneh, costretta dopo un grave incidente sempre del figlio, a dover prendere un provvedimento inaspettato.
La manifestazione si è conclusa con grande partecipazione ed emozione da parte del pubblico e degli ospiti, in un abbraccio collettivo reale e virtuale, per tutte e tutti coloro che lottano per i diritti umani.