La categoria della “Cura” è stata al centro del Festival delle Filosofie di Palermo. La manifestazione iniziata ad inizio ottobre si chiuderà domenica prossima (ore 17:30 al Parco Villa Filippina) con una giornata dedicata a “La Cura dell’ambiente come presupposto della Cura di sé”. Pina Catalanotto, della nostra redazione siciliana, ha intervistato Lorenzo Palumbo, docente di Filosofia e Presidente della manifestazione
Il Festival delle Filosofie è già alla 4a edizione, ma come è nata l’idea di questo Festival? Vi sono altre iniziative simili in Italia?
Ci sono altri Festival con più anni di presenza di noi, il Festival di Modena, Carpi, Sassuolo, il Festival della mente di Sarzana, di Lecce, ma noi ci difendiamo bene, perché nelle tre edizioni precedenti abbiamo avuto la presenza di circa dodici mila persone.
Nonostante la pandemia…
Sì, lo scorso anno siamo stati penalizzati proprio dalla pandemia per le presenze, ma molti degli eventi sono stati organizzati on line. Il Festival è stato ideato da me, insieme ad alcuni amici che hanno creduto in questa idea; nel 2018 la prima edizione, con eventi in tutte le dimore storiche della città. Il Festival è nato anche con l’intento di dare una mano a questa città considerata, secondo un certo stereotipo, la città della mafia; nel momento in cui Palermo era Capitale della Cultura noi volevamo trasformare Palermo da città della mafia dove si spara a città dove si parla, si dialoga, si discute, dove tutti possiamo parlare liberamente, senza essere tacciati di voler fare gli accademici, gli specialisti. Questa è l’altra caratteristica del Festival.
La filosofia deve dunque raggiungere il grande pubblico
Io uso spesso la metafora della bicicletta per definire la filosofia, con la quale puoi andare dove vuoi, non ci sono zone a traffico limitato, basta pedalare con il tuo cervello, puoi chiamare le cose con il vero nome senza avere timore di nessuna chiesa, di nessun tribunale se non quello della ragione.
Mi incuriosisce proprio il fatto che la filosofia, considerata una disciplina accademica per pochi eletti, venga adesso utilizzata come un metodo di cura, cura dell’anima possiamo dire?
Infatti il tema di quest’anno è proprio la cura, cura intesa con un termine greco epiméleia o anche therapeía; la therapeía è la cura medica, il farmaco, la medicina, la pillola che deve curare il malessere, la patologia; ma l’epiméleia è la cura intesa come attenzione, vicinanza, sollecitudine, impegno verso l’altro. La cura dell’anima avviene con l’amore, il trasporto verso l’altro. Il Festival delle Filosofie è particolarmente attento a questo tema perché ha già organizzato nel 2019 un importante convegno e un ciclo di seminari sulla cura dell’anima, chiamandolo “Conversatorio al Conservatorio”, in collaborazione con il Conservatorio di Palermo. Un luogo dove appunto si va la domenica mattina, come se fosse la domenica laica, per ascoltare un discorso sensato, razionale, un discorso bello, coinvolgente, entusiasmante, colto, illuminato.
Ma come si cura l’anima?
Coi bei discorsi. Lo dice Platone nel “Socrate”. Se tu hai accanto qualcuno che ti parla, che ti rassicura, è l’amico, il maestro, è la parola giusta nel momento giusto, tutto questo insieme di cose può favorire in te una rinascita, rispetto al buio, alla tenebra in cui ti trovi. Una tenebra mentale, una tenebra dell’anima. Non possiamo curare il cancro con la Filosofia, ma possiamo curare il disagio esistenziale delle persone senza dare loro il Tavor, il Lexotan. Molte persone medicalizzano il loro disagio quando avrebbero solo bisogno di capire qual è il senso e la direzione della loro vita.
Del concetto di cura si parla molto negli ultimi tempi, parola anche abusata talvolta, voi la avete rivitalizzata in qualche modo, dandole il giusto senso, avete tirato fuori, come si fa in filosofia, l’essenza vera della parola. Numerosi e interessantissimi i temi trattati, dalla cura nel mondo greco antico, alla cura dell’anima nel pensiero islamico, la cura nell’epoca delle passioni tristi, la cura della città, la cura del corpo-spazio tra musica e danza, insomma un parterre eccezionale di contributi e relatori
Sicuramente. Il Festival delle Filosofie di Palermo si è trasformato in uno degli eventi più importanti, un Festival nazionale riconosciuto anche dal Ministero dell’Istruzione, tant’è che i docenti possono ricevere l’attestato come attività di formazione. Abbiamo avuto il plauso del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, del Ministro Franceschini che quest’anno ci ha mandato una lettera di sostegno. Abbiamo la collaborazione di tutte le dimore storiche di Palermo, dei Musei, la Direttrice del Museo Salinas Dott.ssa Caterina Greco ha dichiarato di essere felice di ospitare il Festival delle Filosofie ritenendolo uno degli eventi culturali più importanti non solo di Palermo o della Sicilia, ma d’Italia. Il 24 ottobre [ndr] abbiamo avuto ospite Marco Cappato, giorno 3 ottobre è stata con noi, nella magnifica sede dell’Orto Botanico, la Dott.ssa Maria Rosaria Capobianchi, Direttrice del centro di virologia dello Spallanzani di Roma, colei che ha isolato per prima nel mondo il coronavirus, ed è venuta da noi gratuitamente a parlare di filosofia della cura e di come i vaccini e le sperimentazioni siano ormai sicuri.
Ma se me lo permetti, vorrei approfittare di questo incontro per lanciare un appello, poiché abbiamo bisogno di aiuti, di risorse per potere sostenere le spese dei nostri relatori, quest’anno ben 80; in totale nelle quattro edizioni hanno partecipato circa 300 relatori che non hanno mai ricevuto un compenso, solo l’alloggio e il rimborso del viaggio. Sono venuti accademici dei Lincei, ordinari da tutta Europa solo per il gusto di partecipare
Il Festival delle Filosofie è un appuntamento che deve essere istituzionalizzato, come ha dichiarato anche il Sindaco e la Commissione Cultura del Comune di Palermo, È il Festival più lungo d’Italia, che si svolge in tutti i weekend del mese di ottobre. Abbiamo un aumento delle presenze negli alberghi, quindi c’è anche un ritorno economico per la città, sia in termini di cultura, sia in termini di turismo. Grazie alla grande generosità degli organizzatori e dei collaboratori che ogni anno versano una quota a sostegno di una campagna lanciata qualche anno fa e che abbiamo chiamato Conta il pensiero, quest’anno abbiamo raccolto circa 3000 euro di sponsorizzazioni, ma il Festival ne costa 20 mila e quindi abbiamo necessariamente bisogno dell’aiuto pubblico. Un plauso va all’Assemblea Regionale Siciliana e all’Assessorato ai Beni culturali, questi Enti ci danno un aiuto essenziale, senza il quale non si potrebbe organizzare l’evento.
Ma noi le cose belle non le abbiamo fatte con i soldi ma con la buona volontà e con la mente.
Un evento importantissimo per la nostra città che ha bisogno del sostegno di tutti e la Redazione-Pressenza di Palermo si impegna a divulgare l’appello. Grazie mille Lorenzo per la bella chiacchierata, buona conclusione e ci rivediamo al Festival delle Filosofie del prossimo anno.