Manifestazione in Piazza Duomo a Milano, sabato 23 ottobre, ore 10,30: La Campagna Dico 32 con Medicina Democratica e 50 organizzazioni aderenti:”Vogliamo un servizio pubblico universale, gratuito e di qualità. Nessun profitto sulla nostra pelle!”
“La salute non si vende, la sanità pubblica si difende! Vogliamo un servizio pubblico universale, gratuito, partecipato e di qualità. Nessun profitto sulla nostra pelle”, questo lo slogan della manifestazione di sabato 23 ottobre in Piazza del Duomo a Milano, dalle 10,30 alle 13.00, promossa dalla Campagna Dico 32 con Medicina Democratica, a cui hanno aderito fino ad ora, oltre 50 organizzazioni della Lombardia attive in tutte le aree.
“Oltre 35.000 morti in Lombardia per Covid 19 sono stati un prezzo troppo alto e doloroso che non dimentichiamo e che non è giustificato solo dall’aggressività della pandemia, come abbiamo da subito denunciato”, ha detto Marco Caldiroli, presidente nazionale di Medicina Democratica. La tragedia che le nostre comunità hanno vissuto non è frutto di fatalità, ma il risultato della disastrosa gestione della sanità pubblica e del suo grave e progressivo depotenziamento a vantaggio del sistema privato. Mai più stragi come quella a cui abbiamo assistito! Per questo è urgente e vitale invertire radicalmente la rotta per ricostruire un servizio pubblico universale, gratuito, partecipato e di qualità, che potrà garantire anche una attività di prevenzione, cura e riabilitazione di tutti gli strati della popolazione”.
L’iniziativa nasce da una mobilitazione, in corso da mesi e che ha avuto una tappa importante nella manifestazione di Piazza della Scala l’11 settembre scorso, prima ancora nella manifestazione in piazza Duomo il 20 giugno 2020. E’ stata elaborata una piattaforma in 22 punti con proposte alternative a quelle che sta predisponendo la Giunta regionale, con una pseudo riforma della legge 23/2015 che va nella direzione di una ulteriore, perniciosa privatizzazione del servizio sanitario. “La gravissima carenza di medici di medicina generale – ha sottolineato Marco Caldiroli – i tempi di attesa interminabili per le visite in convenzione sono solo gli aspetti più eclatanti della situazione in cui è stato volutamente ridotto il sistema sanitario pubblico per scelte strategiche precise: basti pensare che il settore privato intercetta il 35% dei finanziamenti regionali per le attività ospedaliere e oltre il 40% per la specialistica ambulatoriale! Gli effetti di questo sbilanciamento, sono a tutti noti! E’ indispensabile che questa situazione venga superata con scelte radicali e in controtendenza rispetto al passato: il servizio pubblico va difeso e rafforzato e non smantellato, nell’interesse primario dei lavoratori e dei cittadini”!