Crimini di guerra e contro l’umanità commessi su migranti, rifugiati e richiedenti asilo “sistematicamente sottoposti a una sequela di abusi dal momento in cui, diretti in Europa, entrano in Libia”. E’ quanto emerge dal rapporto pubblicato dalla Missione indipendente d’inchiesta in Libia, istituita nel 2020 dal Consiglio ONU per i Diritti Umani.
Nel quadro delle violazioni sistematiche, di primo piano è il ruolo della Guardia Costiera libica che anima un vero e proprio ciclo di violenze e sfruttamento. I migranti sono costretti a pagare somme di denaro per salpare dalle coste libiche per poi essere intercettati e catturati dalla Guardia Costiera, in modo sconsiderato e talvolta fatale, che li riporta in Libia, dove vengono arbitrariamente detenuti nei centri di prigionia in condizioni di terrificanti violazioni dei loro diritti fondamentali, vittime di torture, abusi, ricatti e violenze di tipo sessuale. Solo il pagamento di ingenti somme di denaro, lo svolgimento di lavori forzati, l’elargizione di favori sessuali possono fornire temporanee vie di fuga. Alcuni testimoni riportano di aver subito l’intero ciclo infernale di abusi fino a dieci volte.
“Ciò che emerge di molto grave dal report è la natura sistematica degli abusi, operazioni diffuse e ricorrenti che si ripetono quotidianamente e che non hanno mai visto alcun tipo di indagine da parte delle autorità libiche, né alcun tentativo di riforma” dichiara in una nota il deputato di LeU Erasmo Palazzotto.
Il coinvolgimento diretto delle autorità governative negli abusi viene testimoniato anche dalla nota informativa sulla Libia della portavoce della Commissaria ONU per i diritti umani dello scorso 12 ottobre che si concentra, tra gli altri episodi, sul raid ordinato dal Ministero dell’Interno libico a Gargaresh contro un insediamento informale abitato da centinaia di migranti e richiedenti asilo.
“Con la proroga della missione bilaterale, l’Italia ha scelto di rinnovare il suo supporto alla Guardia Costiera libica con un incremento di circa mezzo milione di euro, nonostante siano note le condizioni disumane dei migranti in Libia e la condotta criminale della Guardia Costiera libica.
Ho presentato un’interrogazione alla Ministra dell’Interno, al Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e al Ministro della Difesa per sapere quali iniziative intendano assumere alla luce dei recenti rapporti delle Nazioni Unite. Il governo deve rivedere in modo sostanziale la collaborazione dell’Italia con le autorità libiche, responsabili di gravissime violazioni dei diritti umani. Non possiamo più fingere di non sapere cosa accade alle persone che contribuiamo a respingere in Libia”. conclude Palazzotto.