“Non basta il deserto del Centro Commerciale Le Torbiere di Cortefranca, non basta il fatto che la provincia di Brescia sia quella con la maggior densità commerciale d’Italia, non basta che il consumo di suolo non si arresti neppure con una pandemia. Continua la cementificazione di aree verdi per costruire strutture già obsolete prima di nascere” – questo aveva affermato Marcello Cordovani, referente di Europa Verde per la zona Sebino-Franciacorta.
A Iseo, località Covelo, il Comune sta per dare il via libera ad un progetto per la realizzazione di un fabbricato di 2.500 metri quadri per un nuovo supermercato e l’altro di 1.000 metri quadri ad uso commerciale su una delle poche aree verdi rimaste. L’intervento, quindi, interesserà una superficie catastale di 13.850 metri quadri che verrà cementificata. In un territorio martoriato da problematiche come l’impermeabilizzazione dei suoli, l’emissione di anidride carbonica e l’insostenibilità del traffico, le amministrazioni locali del Sebino e della Franciacorta (inclusa quella di Iseo) preferiscono lanciarsi in iniziative di puro marketing e brand “a favore del nostro pianeta”. Ma è necessario il quinto supermercato in un Comune, come Iseo, di 8.000 abitanti in cui sono già presenti quattro supermercati, uno dei quali è fermo per un ricorso di Legambiente al Consiglio di Stato? Ne parliamo con Dario Balotta, ex sindacalista dei trasporti della CISL, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni e Trasporti (Onlit), membro di Europa Verde e Presidente del circolo di Legambiente Basso Sebino.
Quali sono le motivazioni che hanno portato il Comune di Iseo a volere la realizzazione del quarto supermercato in Paese? Era necessario?
La domanda dovrebbe essere girata. Perché il comune d’Iseo (giunta centrosinistra) ha reso edificabile quell’area verde nel PGT del 2012? E perché la nuova Giunta (centro destra) che aveva parlato di svolta ambientale per Iseo non ha cancellato quest’area?
Il tutto avverrà senza l’approvazione di una preventiva variante del PGT, impedendo di modificare l’assetto urbanistico proposto nel progetto?
L’iter autorizzativo del comparto è partito prima che il Comune avviasse le procedure per l’aggiornamento del PGT e ciò per conferma la volontà di continuare la prassi del consumo di suolo che si poteva interrompere con il nuovo PGT. Il tema del cambiamento climatico e il ruolo del comune per contrastarlo non è un tema di interesse della nuova giunta.
In spregio alle nuove leggi regionali sul “Consumo di Suolo”, il Comune continua la speculazione edilizia?
Purtroppo le legislazione regionale sul consumo di suolo è solo non è imperativa. Non è basata su parametri entro i quali stare per ridurre a zero il consumo di suolo. Comune d’Iseo in questo caso sta facendo ancor peggio. La scheda dell’ambito, allegata alle NTA del PGT, identificano in modo netto la posizione che deve avere l’impianto urbanistico e costruttivo del lotto, dove sono da insediare i parcheggi, il verde pubblico, la viabilità di quartiere, le aree edificabili.
Non si è trovata la norma che permette, senza l’approvazione di una preventiva variante, di modificare l’assetto urbanistico proposto nel progetto. In particolare nei Criteri di intervento viene imposto…” In fase attuativa si prescrive attenzione all’inserimento dei nuovi edifici nel contesto ambientale circostante, affinché vengano mantenuti i coni ottici e le visuali sensibili verso lago”. Tale soluzione viene disattesa, in quanto viene proposto si una “costruzione ipogea”, ma che si staglia come una cortina continua parallela alla Ex strada Provinciale, completamente in difformità da quanto imposto nel PGT.
Quali sono i punti che, come Legambiente Basso Sebino, contestate? Quali aree verdi, che meriterebbero tutela e conservazione, sono a rischio?
L’area di Covelo si presterebbe per diventare un grande parco verde che dà il benvenuto ai turisti, amplia la disponibilità del verde urbano, e assicurerebbe una cintura verde in un area umida collegata alla falesia del Bùs del Quai (buco della tana), Questa grotta e la piana interessata alla costruzione dei due supermercati attraverso percorsi carsici al bacino delle Piane di San Martino che in occasione di piogge persistenti riversa un notevole flusso d’acqua. Il sito riveste anche notevole interesse archeologico. La scheda dell’ambito, allegata alle NTA del PGT, identificano in modo netto la posizione che deve avere l’impianto urbanistico e costruttivo del lotto, dove sono da insediare i parcheggi, il (finto) verde pubblico, la viabilità di quartiere, le aree edificabili.
Non si è trovata la norma che permette, senza l’approvazione di una preventiva variante, di modificare l’assetto urbanistico proposto nel progetto. In particolare nei Criteri di intervento viene imposto: “In fase attuativa si prescrive attenzione all’inserimento dei nuovi edifici nel contesto ambientale circostante, affinché vengano mantenuti i coni ottici e le visuali sensibili verso lago”. Tale soluzione viene disattesa, in quanto viene proposto si una “costruzione ipogea”, ma che si staglia come una cortina continua parallela alla Ex strada Provinciale, completamente in difformità da quanto imposto nel PGT.
Oltre a rubare aree verdi al territorio, il modello della grande distribuzione è davvero un paradigma ancora perseguibile?
I poli e le piattaforme logistiche stanno crescendo come funghi. Oltre ai magazzini per il commercio on line sono sempre in sviluppo anche quelli della Grande distribuzione (GDO). Dietro questo fenomeno c’è una potente macchina immobiliarista che sta colonizzando i territori. Spesso si tratta di vere e proprie speculazioni di grandi gruppi, non solo nazionali, che si inseriscono in un contesto amministrativo dove le regole non esistono e quelle che ci sono sono facilmente aggirabili perché dettate da singoli comuni con poche conoscenze degli effetti del “fenomeno” GDO. Effetti ambientali (consumo di suolo e traffico veicolare) e commerciali desertificazione del commercio di vicinato nei piccoli centri storici e mutamento degli stili di vita urbani. Queste grandi strutture servono da stoccaggio delle merci che poi finiscono nei supermercati di cui il nostro territorio è pieno. Ad Iseo ne avremo 5 (se i nostri ricorsi verranno sconfitti) per una popolazione di meno di 10mila abitanti. I sindaci non sanno o non vogliono sapere che i supermercati da qualche parte vengono alimentati ed è per questo che poi nella bassa a pochi km ci troviamo enormi magazzini di stoccaggio e smistamento delle merci che finiscono negli scaffali.