La decisione della GKN di chiudere lo stabilimento di Campi Bisenzio e licenziare tutti i lavoratori è stata annullata. Lo ha stabilito il Tribunale di Firenze accogliendo il ricorso della Fiom contro la multinazionale per comportamento antisindacale e dichiarando illegittima la brutale decisione di chiudere la fabbrica e licenziare i lavoratori senza nessun preavviso né confronto.
È una prima sconfitta del pensiero unico neoliberista, di quanti nell’economia e nella politica sostengono la totale libertà della finanza, delle imprese e del mercato nell’indifferenza più totale per il lavoro, i diritti, le economie dei territori.
La grande manifestazione nazionale promossa dal collettivo di fabbrica aveva già dato un fortissimo segnale non solo in difesa della GKN, ma contro la strage di lavoro e diritti cui si rischia di andare incontro se multinazionali e imprese saranno lasciate libere di delocalizzare o ristrutturare le aziende con soldi pubblici, senza piani nazionali che mettano al primo posto il lavoro e la cura delle persone e dell’ambiente.
I due fatti, la scommessa vinta con la manifestazione di sabato e la decisione del tribunale, mettono ancor più a nudo la scandalosa latitanza del governo, che dopo il colpevole sblocco dei licenziamenti ha saputo solo scrivere bozze di decreto sulle delocalizzazioni di cui è ignoto l’iter e già svuotate di ogni efficacia perché dettate in gran parte da Confindustria.
Cos’altro occorre perché il Ministro del Lavoro Orlando porti all’approvazione del Parlamento una vera legge anti-delocalizzazioni accogliendo la proposta nata dal basso nell’assemblea promossa dal collettivo della GKN con i giuristi democratici?
Ora occorre il massimo impegno per continuare ed estendere la lotta a tutto il mondo del lavoro per costruire una grande opposizione alle politiche di questo governo, rimettere al centro il lavoro, i diritti e la cura delle persone e dell’ambiente.
Sosteniamo la proposta approvata dall’assemblea della Gkn, aderendo alla raccolta firme lanciata dal collettivo di fabbrica, da giuristi democratici e da noti accademici firmando la petizione a questo link:
Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea