A poche ore dell’inizio d “Hiroshima mon amour” siamo riusciti a intervistare alcuni protagonisti dell’evento organizzato a Trieste in occasione del 76° anniversario dell’attacco atomico di Hiroshima e Nagasaki.
Partiamo con Alessandro Capuzzo (Comitato Pace Danilo Dolci).
Trieste laboratorio di pace in Europa e nel Mediterraneo, protagonista dei Porti di Pace. Per te è possibile?
Trieste ha una storia che comprende 500 anni di “dedizione” all’Austria, complicati fra ‘800 e ‘900 dal sorgere degli Stati-Nazione, ideologicamente e praticamente impossibili in una città porto franco internazionale, con le tragiche conseguenze che sappiamo. Qui la frontiera “mobile”, fra Paesi in continuo mutamento, è cambiata 14 volte in poco più di un secolo, con la città che, dal 1918 al ’54, è stata austriaca italiana tedesca jugoslava angloamericana e di nuovo italiana, ma sotto tutela ONU.
L’amministrazione civile italiana è integrata da un protettorato, concordato con la Nato, dalle Nazioni Unite, i cui Statuto e Agenda per il Disarmo vengono però violati, impedendo al c.d. “Territorio Libero di Trieste” di esercitare lo status disarmato e neutrale, lui proprio. Status riconosciuto nel Diritto internazionale, che può aiutare la ripresa della corrente neutralista europea, anche in chiave di non-allineamento, e per l’effettività del quale abbiamo aperto un working-paper sulla de-nuclearizzazione del Golfo, comprendente Trieste, e il porto nucleare militare sloveno di Koser-Capodistria”.
Proseguiamo con Andrea Moroni e Paola Zocca de “Il Salotto Rosso”, compagnia di artisti che hanno portato in tour durante il mese di luglio “Sulle Ali delle onde”, ispirato al progetto “Mediterraneo mar de paz”, nato durante la seconda Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza che cerca attraverso la cultura di creare condizioni per un Mare libero dalle testate atomiche e di pace tra tutti i popoli che vi abitano.
Impressioni dopo un mese di tour
Il tour è stato molto faticoso ma abbiamo conosciuto persone e situazioni molto differenti e per questo interessanti. Abbiamo raccolto complimenti ed entusiasmi, tessuto relazioni, creato contatti, ricevuto adesioni. È stato più facile nei paesi piccoli e dove avevamo riferimenti sicuri, rapporti da noi costruiti pazientemente, capacità organizzative e di promozione da parte di chi ci accoglieva. Nelle città grandi come Pescara, Palermo, Napoli, tutto si è complicato e ci siamo trovati a fare lo spettacolo per un pubblico scarso. Lo spettacolo è stato comunque sempre molto apprezzato e si è dimostrato un valido strumento per promuovere il Progetto.
Il momento più emozionante
Le emozioni sono state tante, merito di luoghi e persone, della nostra capacità di emozionarci, di ottimismo cronico e carica ideale. Altrimenti non saremmo sopravvissuti alla fatica. Cercavamo relazioni e relazioni ci sono state. Volevamo stabilire contatti e ne abbiamo raccolti tanti. Lucca Sicula e Custonaci, piccoli paesi della Sicilia, ci hanno accolto con un caldo abbraccio ed un entusiasmo inimmaginabile, quasi fossimo di famiglia. A Lucca, che con i suoi 6000 abitanti non vede in genere grossi eventi, siamo stati trattati come dei divi del cinema o dei musicisti rock di fama indiscussa. A Custonaci invece abbiamo fatto ben due spettacoli, in collina e al mare, e la presentazione di un libro-
Elisa Stancovich