L’amministrazione comunale ha comunicato ufficialmente (tramite pubblicazione sul sito https://referendum.torinofacile.it/) la validità delle 1109 firme raccolte (rispetto alle previste 1000) in questa prima fase dell’iniziativa referendaria per salvare la Cavallerizza dalla privatizzazione. La raccolta è avvenuta in poco più di 2 mesi, rispetto ai 3 possibili, malgrado le difficoltà dovute alle misure sanitarie. Si è così raggiunta, in anticipo, la quota prevista per periodi “normali”.
Questo risultato è stato raggiunto malgrado il silenzio stampa (con pochissime coraggiose eccezioni che hanno difeso l’onore della loro professione) e la diffusione della notizia, volutamente falsa, di un noto organo di stampa che la raccolta era fallita con meno della metà delle firme necessarie. La risposta sarà, in questo caso, un imbarazzato silenzio?
La seconda fase della raccolta firme avverrà, come prevede lo Statuto comunale, dopo che il quesito referendario sarà giudicato ammissibile dalla competente commissione, che verrà costituita dal nuovo Consiglio comunale eletto il 3 ottobre prossimo.
Nel frattempo ci batteremo per informare la cittadinanza e perché la nostra iniziativa sia oggetto di pubbliche prese di posizione delle forze politiche che si candidano a governare la Città nel prossimo quinquennio.
A tal proposito è importante ricordare che i partiti che si candidano al prossimo Consiglio Comunale stanno beneficiando della riduzione, stabilita dalla legge causa pandemia, dei 2/3 del numero delle firme da raccogliere per poter presentare le loro candidature.
Al contrario, contro il più elementare principio di uguaglianza e in spregio a quello di definizione della democrazia, alla richiesta di poter applicare la stessa riduzione anche alla referendaria raccolta firme in corso (compromessa dalla stessa pandemia), la maggioranza del Consiglio ha trovato il modo di negare lo stesso diritto: non a noi promotori, ovviamente, ma ai cittadini che a migliaia stanno firmando perché – attraverso il referendum che abbiamo proposto- si rimetta in discussione quanto è stato deciso per la Cavallerizza.
Hanno dimostrato che è tale la loro paura di affrontare, su questo tema, la volontà popolare, da preferire di imporre un vergognoso – quanto palese – atto discriminatorio con cui sconfessano e ripudiano, in un sol colpo, tutta la loro prosopopea sulla democrazia diretta, dichiarandosi contro la possibilità di facilitare lo strumento di espressione del giudizio popolare nella loro città!
Li ringraziamo perché ci hanno dato un motivo in più per impegnarci: ora è anche una questione di difesa della Democrazia!
Il comitato promotore