Le Edizioni del Gruppo Abele hanno recentemente dato alle stampe “La colomba e il ramoscello, un progetto ecopacifista” studio curato dal MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione) che affronta l’annosa questione della relazione tra ecologismo e pacifismo.
Come ricorda Pierangelo Monti nell’introduzione” la violenza procurata alla natura si ritorce contro l’umanità tutta, quella colpevole come quella innocente”, sottolineando poi “Occorre vincere l’inerzia che permette al costoso complesso politico-militare-industriale di continuare a preparare guerre, sprecando lavoro umano e consumando risorse naturali”.
Il libro inizia con una disamina dei documenti ufficiali delle più conosciute associazioni pacifiste ed ecologiste cercando di analizzare quelle che più abbiano colto la relazione stretta tra ecologia e pacifismo nonviolento, confrontando poi le dichiarazioni teoriche con le azioni pratiche, le campagne delle stesse associazioni.
Continua poi sottolineando tutti gli autori che anche in un passato relativamente lontano hanno evocato quello stretto legame: Langer, Galtung, Salio, L’Abate, Drago tra gli altri. Ci si sofferma sui modelli di sviluppo che suggeriva Galtung in un suo famoso saggio e questo serve anche a vedere meglio come il modello ecopacifista nonviolento resti l’unico possibile nella situazione attuale, ulteriormente acuita dalla pandemia.
Un libro molto ben documentato, di facile ma intensa lettura che offre numerosi spunti e sopratutto lancia la domanda sul perché un’alternativa sociale ma anche politica di stampo ecopacifista non si presenti all’orizzonte.