È una mattina stranamente ventilata a Roma in piazza del Pantheon di venerdì 6 agosto, quando la routine dell’estate romana nel centro storico viene candidamente spezzata dal canto di una donna in lingua giapponese.
Dall’angolo della piazza, appena sotto al Pantheon di Agrippa, un piccolo palco montato con alle spalle uno striscione della memoria che ricorda che oggi è l’anniversario del massacro dovuto allo sgancio della testata nucleare sganciata dagli americani su Hiroshima, in risposta all’attacco subito a Pearl Harbor durante il secondo conflitto mondiale.
Fu quell’ordigno a mettere il punto finale alla guerra. Il primo attacco nucleare dall’uomo sull’uomo nell’intera storia dell’umanità a cui pochi giorni dopo seguì il secondo attacco nucleare, ma su un altra città dell’isola del sol levante, la città di Nagasaki.
A 76 anni da quel volo, quello del B29 Enola Gay, si è ricordato la terribile tragedia in un incontro che ha evidenziato l’importanza di non dimenticare e di tenere viva la memoria e l’importanza di tutelare le generazioni future e l’umanità tutta dagli atroci orrori già commessi nel passato.
Qui di seguito il fotoreportage di Miguel Calascibetta