Mentre il mondo è concentrato sui drammatici sviluppi in Afghanistan, la Turchia ha iniziato attacchi aerei sulle aree di insediamento Yezidi in Iraq. In questo modo la Turchia, membro della NATO, sotto la guida dell’autocrate islamista Recep Tayyip Erdogan, sta cercando di destabilizzare ulteriormente l’Iraq: per l’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) si tratta di una precisa strategia da parte della Turchia. Da due giorni, aerei da guerra e droni turchi bombardano la zona centrale yazidi di Sinjar, nell’estremo nord-ovest del paese. Lunedì scorso, almeno due persone sono state uccise e altre tre ferite.
Molti membri della comunità religiosa Yezidi sono furiosi con i governi della NATO, che stanno tacitamente accettando questi nuovi attacchi aerei turchi sulla minoranza Yezidi. Lo spazio aereo iracheno è in gran parte controllato dagli Stati Uniti. Nessun aereo può entrare senza il consenso degli Stati Uniti – quindi sarebbe facile fermare l’aggressione. Ma apparentemente la NATO non vuole proteggere le minoranze religiose in Iraq dalla Turchia più di quanto voglia proteggere la gente nella vicina Siria. Anche lì, le minoranze etniche e religiose come i gruppi curdi, assiro-aramaici, armeni, cristiani, yezidi o aleviti sono vittime quotidiane degli attacchi delle truppe turche o dei loro mercenari islamisti radicali. Questi attacchi in Iraq come in Siria hanno lo scopo di creare un’atmosfera di paura. Sempre più persone saranno spinte a fuggire dalla regione. È così che Erdogan vuole aumentare la sua sfera d’influenza.
Sullo sfondo della catastrofe afgana, gli attacchi turchi danneggiano il prestigio dei paesi della NATO, soprattutto gli Stati Uniti e la Germania. Questo perché questi due paesi in particolare hanno giustificato e coperto gli attacchi della Turchia, che erano contrari al diritto internazionale.
Negli attacchi turchi, Said Hassan e Isa Khodeda sono stati uccisi e Qasim Simo, Shamir Abbas Berjes e Mirza Ali sono stati feriti. Sono tutti Yezidi e cittadini iracheni che combattono il cosiddetto Stato Islamico dal 2014. Al momento dell’attacco, le vittime erano in un veicolo nel centro della città di Sinjar. Ieri, anche un ospedale a Sinjar sarebbe stato attaccato dai caccia turchi.