Amnesty International ritiene necessario che i talebani e la comunità internazionale negozino urgentemente un accordo per estendere la scadenza fissata al 31 agosto per completare le evacuazioni dall’Afghanistan, in modo da proteggere le migliaia di afgane e afgani che rischiano ogni giorno di più di subire rappresaglie violente.
“Dev’essere fatto ogni sforzo per evacuare in condizioni di sicurezza le persone che devono lasciare l’Afghanistan per evitare le vendette dei talebani, altrimenti sarà un tradimento che non potrà essere dimenticato. Occorre garantire che queste persone possano salire sugli aerei ed è necessario sospendere le richieste di visti per quelle più a rischio. Continuano ad arrivare informazioni su violenze, rapimenti e uccisioni da parte dei talebani”, ha dichiarato Agnes Callamard, segretaria generale di Amnesty International.
A Kabul i talebani stanno dando la caccia, casa per casa, a giornalisti e difensori dei diritti umani. In un caso, non trovando un giornalista che stavano cercando, hanno ucciso un suo familiare e ne hanno ferito un altro.
Nonostante nei primi giorni avessero assicurato che i diritti delle donne sarebbero stati protetti pur nell’ambito della shari’a, alle giornaliste è stato detto di non recarsi al lavoro.
A Jalalabad, nei giorni scorsi, tre persone sono state uccise e altre ferite per aver sventolato la bandiera nazionale durante un corteo.
Da Spin Boldak, nella provincia di Kandahar, arrivano notizie di centinaia di arresti e rapimenti.
Negli ultimi giorni si è appreso che a luglio i talebani hanno rapito, picchiato e ucciso Nazar Mohammed, comico famoso in tutto l’Afghanistan col nome d’arte di Khasha Zhan.
“Queste notizie si aggiungono al massacro di nove uomini di etnia hazara, avvenuto a luglio nella provincia di Ghazni e da noi documentato. Di fronte a tutto ciò gli stati della comunità internazionale, anziché respingerli, devono trovare il modo per aiutare coloro che si trovano costretti a lasciare l’Afghanistan”, ha aggiunto Callamard.
Secondo notizie di stampa, migliaia di afgani fuggiti via terra in Iran sono stati respinti al confine turco. La Grecia ha terminato l’installazione di una barriera di 40 chilometri lungo la frontiera con la Turchia.
Amnesty International continua a chiedere alle Nazioni Unite di istituire un meccanismo indipendente per documentare, raccogliere e conservare prove dei crimini di diritto internazionale in corso in Afghanistan.
L’organizzazione chiede inoltre agli stati membri del Consiglio di sicurezza di approvare una risoluzione che chieda ai talebani di rispettare il diritto internazionale dei diritti umani e proteggere da rappresaglie le persone maggiormente a rischio, tra cui difensori dei diritti umani, giornalisti e attiviste per i diritti delle donne.
Infine, Amnesty International chiede la sospensione immediata dei rimpatri forzati in Afghanistan.