Il ruolo sociale dell’agricoltura: una realtà nelle colline torinesi
I torinesi considerano per lo più le colline di Torino come un luogo residenziale per persone abbienti, eppure nelle colline torinesi si coltivano ottimi prodotti.
I contadini storicamente hanno sempre svolto un ruolo sociale, basti pensare a tutti gli sfollati che durante la seconda guerra mondiale hanno trovato rifugio e cibo nelle campagne, tutto questo senza echi, trionfalismi, è stato semplicemente fatto.
Ad esempio nelle società contadine le persone con disagio mentale non sono in generale mai state emarginate, le famiglie “si tenevano” quelli che un tempo venivano chiamati “i picchiatelli”, gli spazi, il legame con la terra, con i ritmi della natura, certamente possono contribuire ad un maggior equilibrio.
A Pecetto Torinese – a due passi da Torino, basta semplicemente scollinare – esiste una cooperativa agricola che fa agricoltura sociale: stiamo parlando di AgriCooPecetto.
I contadini non hanno voce, sono concreti e di poche parole, ecco perché è importante parlarne.
AgriCooPecetto è una cooperativa agricola che vende e trasforma prodotti bio conferiti dai propri soci.
Acquistare in campagna è un’esperienza sensoriale diversa per coloro che sono cittadini, che sono abituati ad acquistare il cibo in luoghi dove cambia la luce, cambia la temperatura, dove si è costantemente sollecitati da rumori elettronici: casse, sintetizzatori di voci che chiamano il numero del cliente in coda ai banchi taglio, ripetuti e cantilenanti messaggi al microfono per il personale interno.
Da AgriCooPecetto sei nel silenzio della campagna, nella bellezza del paesaggio collinare torinese, ci sono giochi per bambini, ti puoi sedere sotto il gazebo per fare una merenda sinoira (la classica merenda piemontese), oppure semplicemente per fare due chiacchiere.
Hanno sviluppato con l’ASL di Moncalieri un protocollo per l’inclusione lavorativa di persone con disagio psichico, protocollo che prima non esisteva a livello nazionale, un modo per mettere in atto la funzione sociale dell’agricoltura in un contesto più ampio.
Sanno raccontarti la storia dei prodotti che vendono, come lavora chi li produce, un filo conduttore, un rapporto umano che intercorre tra chi produce e chi acquista.
Sono anche molto attivi nella promozione territoriale, sta partendo un’iniziativa realizzata insieme alla ASD Nordic Walking Andrate: dei giri collinari per vivere un territorio certamente molto bello, sono in cantiere anche altri progetti.
Per questa iniziativa, che permette alle persone di camminare nello stupendo paesaggio delle colline torinesi, è stato realizzato un punto di partenza e ristoro: una casetta in castagno proveniente dai boschi torinesi, prodotto ricavato da un’attenta selezione delle piante da tagliare in modo da mantenere e preservare i boschi, servirà anche per coloro che vogliono utilizzare la bici.
Passione, attenzione, legame con la terra.
E’ curata con grande attenzione anche l’attività di trasformazione: passate di pomodoro, prodotti dolci e salati in barattolo, tutti provenienti dalla produzione dei soci della cooperativa, parliamo anche qui di prodotti bio.
Hanno pane con farine bio e lievitati con lievito madre, una selezione di burro e formaggi, pesce d’acqua dolce, vini, olio.
Sono anche molto attivi nella qualificazione dei prodotti peculiari del territorio, da segnalare il pomodoro costoluto di Cambiano, di cui non si può che consigliarne l’assaggio e di cui si terrà a Cambiano – domenica prossima 5 settembre – la fiera dedicata.
Il sapore dei loro prodotti è sorprendente, la verdura ottima al punto da richiedere pochissimo condimento, la frutta è gustosa e profumata, certamente i sapori dei loro prodotti sorprendono coloro che, come me, sono abituati ad acquistare comuni prodotti commerciali.
In questa realtà c’è una forte base etica, una qualità di prodotti che è frutto della qualità del pensiero che c’è dietro.
Nel reportage, oltre alle immagini della cooperativa, si può vedere la preparazione della passata di pomodoro (dal lavaggio dei pomodori all’etichettatura della bottiglia), di una peperonata “bianca” (senza pomodoro) con peperoni di Carmagnola e l’inizio della preparazione delle verdure per un antipasto piemontese.