Il 15 luglio abbiamo partecipato alla commissione comunale dedicata all’interpellanza sul futuro del Maria Adelaide.
Sia l’ANAAO che l’Ordine dei Medici, ascoltati in commissione, hanno elencato gli indubbi e immediati vantaggi di una riapertura dell’ospedale come prevista nel nostro progetto, da loro ripreso e integrato insieme a Nursind.
Il sostegno alla nostra proposta è stato trasversale a tutto l’arco consiliare.
Qualche nome eccellente ha taciuto, forse in attesa di capire come muoversi. Vero candidato sindaco Lo Russo?
Questo ha messo decisamente in difficoltà l’assessore Iaria, vero portavoce dell’assessore regionale allo sport Ricca, forse in cerca di un futuro dopo le elezioni amministrative?
Forse nella speranza di rimanere nella stanze dei bottoni dalle quale ha diretto la cementificazione e la svendita del patrimonio pubblico di Torino.
L’assessore ha voluto tirare fuori l’ennesimo contentino per un quartiere stufo dei suoi giochetti: secondo lui nel progetto di studentato per le universiadi è previsto da sempre uno spazio da dedicare a poliambulatorio.
La debolezza di questa promessa ridicola si commenta da sola: l’assessore dimostra di non aver letto il progetto, e quindi confonde casa della salute e ospedale con casa della comunità e ospedale di prossimità integrato dai servizi socio assistenziali.
Iaria sostiene quindi implicitamente che una struttura sanitaria di prossimità non serve adesso ma tra cinque anni, ma dove ha vissuto in questo anno e mezzo di pandemia?
Inoltre dice non c’è bisogno di un’ampia metratura ma che ci possiamo accontentare di qualche stanzetta all’interno di uno studentato privato, senza alcuna vergogna.
Si offende poi quando gli si fa notare il suo ruolo, sempre più evidente, di liquidatore del patrimonio pubblico.
Iaria ormai sa solo più giustificare le scelte speculative dell’assessorato regionale allo sport e il sostegno costante alla sanità privata.
Non è da meno l’assessora Schellino, referente del progetto universiadi dell’Università, proveniente da Intesa San Paolo e portatrice dei suoi interessi in Comune, anche per la privatizzazione della sanità.
Per entrambi la domanda di salute di decine di migliaia di persone potrà essere soddisfatta parzialmente tra cinque anni, per chi sarà sopravvissuto ovviamente alla distruzione della sanità pubblica.
Chi non è d’accordo coi loro splendidi progetti è un ingrato che farebbe meglio a tacere.
E invece i vostri progetti li abbiamo capiti benissimo: studentificare il lungo Dora, espellere fette meno abbienti di popolazione, favorire la sanità privata e la costante ascesa della speculazione edilizia: per questo non ci stiamo!
Il Maria Adelaide è un tema che deve entrare nel dibattito elettorale.
Vogliamo sentire cos’ha da dire chi si candida a governare questa città, vogliamo che si esprima senza peli sulla lingua nella scelta tra salute pubblica e speculazione privata, mascherata da diritto allo studio.
Vogliamo che si parli di prevenzione, di cura, di sanità diffusa e territoriale.
A difendere le Universiadi restano ufficialmente due assessori comunali sul viale del tramonto, un assessore regionale della Lega con aspirazioni megalomani e i rettori del Politecnico e dell’Università.
A quest’ultimi abbiamo scritto una lettera per chiedere di recedere da ogni proposito di riutilizzo in ottica non sanitaria del Maria Adelaide. Attendiamo risposta.
Intanto non smetteremo di dirlo: a ottobre qualcuno di questi signori si ritroverà senza lavoro, e non li rimpiangeremo, ma per convincere gli altri (Ricca, Geuna, Saracco) servirà l’attivazione di tutte e tutti.
Stiamo tirando giù mattone per mattone la retorica che contrappone diritto allo studio e diritto alla salute, non ci fermeremo finché non avremo vinto.
Riaprire il nostro ospedale è possibile, riapriamolo insieme!
Assemblea permanente Riapriamo il Maria Adelaide