In relazione all’articolo di Fabrizio Maffioletti“CPR Corelli Milano: Amnesty in posizione imbarazzante?“, Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International e nostro affezionato e stimato collaboratore ci ha mandato questa precisazione che molto volentieri pubblichiamo.
Insinuare che l’attività professionale di una volontaria di Amnesty International possa influenzare politiche e azioni dell’associazione sui CPR è del tutto privo di fondamento, per il semplice fatto che politiche e azioni sui diritti umani in Italia non vengono decise dai volontari sul territorio, ma dalla sede centrale e dal direttivo dell’associazione, in concorso col Segretariato Internazionale.
La posizione di Amnesty International sui Cpr e strutture simili europee, pubblica e nota e peraltro coincidente con quella del Garante per le persone private della libertà personale, può certamente essere oggetto di discussione e su Pressenza se n’è già discusso, ma trovo estremamente spiacevole che sia stato ventilato un conflitto d’interessi, che si sia resa pubblica una mail che era stata scritta per rispondere a una richiesta d’informazioni e che sia stato prodotto un post su Facebook contenente una contraffazione del marchio.
Devo precisare, infine, che Amnesty International Piemonte, citata impropriamente come aderente ad azioni per la chiusura del Cpt quasi a voler rilevare una posizione diversa da quella della nostra sezione lombarda, era scesa in piazza a maggio per ricordare Balde Moussa, suicidatosi all’interno del Cpt di Torino dopo essere stato aggredito e massacrato di botte da tre persone nella città di Ventimiglia.