Come veline uscite dalla stessa matrice, giornalisti “mainstream” e opinionisti d’occasione assoldati qua e là hanno iniziato più di un anno fa a definire negazionisti tutti coloro che si ponevano in modo critico verso le decisioni governative relative alla gestione politico-sanitaria del Sars-Cov2 e della malattia Covid19 artatamente confusa col virus che ne è causa quando questa si manifesta.
Negazionisti! Un termine più ingiurioso verso le vittime e i superstiti delle persecuzioni nazi-fasciste non si poteva trovare.
Che ciò sia stato deciso per leggerezza o per la chiara volontà di evocare una condanna senza attenuanti verso chi disobbediva al pensiero unico non lo sappiamo, ma certo, se ci fosse un minimo di coerenza e non di pura strumentalizzazione delle forme di dissenso, gli stessi ripetitori dell’accusa di negazionismo non potrebbero ora definire esecrabile chi, andato in piazza contro l’imposizione di fatto del green pass, sulla scia della stessa evocazione lessicale ha innalzato cartelli paragonando alla discriminazione degli ebrei la discriminazione dei cittadini che rifiutano il green pass.
Ma la coerenza non è mai gratuita e quindi i nostri opinion maker, purtroppo definiti o più spesso autodefinentisi progressisti o, talvolta, di sinistra, la cedono volentieri in cambio di un servizio utile al potere del momento. Lo facevano col debole ed esageratamente loquace governo Conte, lo fanno con il laconico e autorevole-per-fama governo Draghi.
Poco importa che Draghi affermi come dogmi alcune sue opinioni del tutto sbagliate come quella di definire colpevole di morte indotta chi invita qualcuno a non vaccinarsi, poco importa se in questo modo si sta consentendo alle destre più becere e spesso dichiaratamente razziste di mettere il cappello su manifestazioni che vedono decine di migliaia di manifestanti assolutamente antirazzisti, antifascisti e sinceramente (non strumentalmente) difensori della Carta costituzionale.
In questa corsa sfrenata verso il vaccino considerato – contro ogni statistica e ogni documento ufficiale, ma mai diffuso dagli opinion maker – un sicuro salvavita, si oscurano le terapie, ormai sicure, capaci di abbattere la covid19.
Del resto, se una malattia è al 99% curabile in pochi giorni, generalmente a domicilio e senza costi elevati che senso ha il vaccino? E se il vaccino, per altro sperimentale, e per altro non sicuro visto che il 40% dei ricoverati è vaccinato (e questo lo si evince con semplice calcolo aritmetico se si esce dall’ipnosi televisiva e si riflette sulla notizia terrorizzante che ci offrono le lettrici dei notiziari quando affermano che ben il 60% dei ricoverati non è vaccinato!) perché mai dovrebbe essere scelto da chi si ricorda bene tutte le informazioni contraddittorie che ne hanno accompagnato per mesi la somministrazione? Chi ricorda le indicazioni e contro-indicazioni circa la temperatura inizialmente a -70° dello Pfizer poi stranamente divenuta più accessibile perché altrimenti di difficile somministrazione? E chi ricorda che la fiala contenente 2 dosi, poi 4, poi 5 e infine 6, ma solo se prelevate con perizia e apposite siringhe, ha visto vaccinati con diverse quantità di AstraZeneca, ora chiamato Vaxzevria, almeno centinaia se non migliaia di cittadini? E tutto il gioco intorno ai vari vaccini spuntati come funghi (tanto da far tornare alla mente la fabbrica di spilli di Adam Smith) chi lo ricorda? Forse solo chi usa la TV con parsimonia e chi ancora legge i quotidiani per sapere ma non per credere e obbedire e, magari, combattere chi dissente dal pensiero dominante, può ricordarlo!
In conclusione, se si gettano alle ortiche i dubbi perché ormai la parola “scienza”, ripetuta a sproposito, ha perso il suo significato ed è diventata “fede acritica” grazie al terrore indotto verso una malattia ormai sicuramente curabile e se si dà del terrapiattista a chiunque osi dissentire, è facile strumentalizzare con l’infamante accusa di antisemitismo chi ha avuto il cattivo gusto di paragonare la discriminazione attuale a quella degli ebrei del secolo scorso.
Ma non si può essere negazionisti a ore, quindi i nostri fulgidi esempi di giornalismo a contratto provino a riflettere prima di emettere condanne che rischiano di innescare processi a catena che alla democrazia tanto invocata a parole non fanno davvero bene, seppure fanno di sicuro memo male dell’imposizione di un cosiddetto green pass che un giorno, e con buona pace di una sinistra che ha perso il suo sistema valoriale facendo un gran regalo alla peggiore destra, mostrerà chiaramente il suo scopo politico prima che sanitario. Ovviamente è un’opinione, ma con parecchi dati statistici, osservazioni sociologiche e dati “scientifici” a suo supporto.