In un post su Facebook il gruppo “Mai Più Lager – No CPR” rivela che un’aderente di Amnesty Lombardia che ha ricoperto ruolo di coordinamento, è dipendente del CPR Corelli.
Mai Più Lager – No CPR denuncia che una persona che opera in Amnesty Lombardia, che ha ricoperto ruoli di coordinamento, è attualmente, secondo loro risultanze, dipendente del Gestore del centro di permanenza per il rimpatrio (CPR) Corelli di Milano con ruoli direttivi.
Inoltre dichiarano: “Abbiamo avuto modo di venire in contatto in passato (con Amnesty, n.d.r.), in occasione di alcune manifestazioni pubbliche, cortei, ai quali Amnesty International non ha mai ritenuto di aderire, e che non ha ritenuto neppure di promuovere, limitandosi ad offrire la presenza di alcuni suoi “osservatori“.
La risposta di Amnesty Lombardia: “Nella fattispecie, il fatto che B.G, nostra attuale Vice Responsabile circoscrizionale e mia predecessora come Responsabile di Amnesty International Lombardia, ricopra un ruolo lavorativo rilevante nell’ambito del CPR di Milano e allo stesso tempo sia un’attivista per i diritti umani non rappresenta una violazione né dei nostri principi interni né dei diritti umani stessi per cui ci battiamo“.
Quindi la notizia non è smentita: impossibile non ravvedere un notevole conflitto di natura etica.
In questo articolo descrissi come Amnesty Italia si fosse “sfilata” dalla questione CPR italiana ed europea (i centri di detenzione a fini di rimpatrio, purtroppo, non sono una questione solo italiana).
Posizione radicalmente diversa quella del Naga di Milano che ha risposto negativamente alla richiesta di volontari da parte del CPR Corelli di Milano.
Le questioni inerenti ai diritti umani, civili, alla nondiscriminazione, devono essere affrontate con coerenza, aspetto fondante dell’autorevolezza: la coerenza implica scelte coerenti.
Certamente il gruppo Mai Più Lager – No CPR ha realizzato uno scoop che non può non mettere in imbarazzo Amnesty, sono in molti a dubitare, in particolare tra coloro che si occupano di immigrazione/accoglienza e CPR, della coerenza di Amnesty International Europa.
Non risulta che Amnesty Italia abbia fatto campagne di denuncia contro la detenzione ai fini di rimpatrio nei CPR (ricordiamo, in assenza di reato) in altri paesi europei (generalmente le Amnesty nazionali non si occupano, con campagne, di questioni inerenti alla propria nazione).
Per dovere di cronaca: Amnesty Piemonte era presente alla manifestazione dei Giuristi piemontesi contro i CPR e quello di Torino in particolare; peraltro non ci risultano membri di Amnesty Piemonte assunti da Gepsa s.a., gestore del CPR Brunelleschi di Torino.