Genova, Livorno, Napoli, Ravenna e poi in tutta Europa, nel mondo la lotta dei portuali che si sono rifiutati di scaricare le armi per le guerre di aggressione dell’Arabia Saudita allo Yemen e di Israele contro i palestinesi è diventata “fondamentale per tutti coloro che vogliono un mondo diverso, un mondo senza guerre, senza sfruttamento dei territori. Una lotta che partendo dall’unità dei lavoratori del settori può e deve divenire generale.”
Oggi, alle ore 21, presso il Circolo CAP di Via Albertazzi a Genova, diretta FB e YouTube terremo una Conferenza Internazionale dei lavoratori dei Porti. Con questa lettera il Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali e USB Porti invitano alla partecipazione tutti i lavoratori portuali, tutti i lavoratori del settore interessati, tutte le associazioni antimilitariste e pacifiste.
Dopo il blocco e la battaglia contro i traffici di materiale bellico diretti in Arabia Saudita per la guerra in Yemen, la lotta, da Genova, si è allargata ad altri porti italiani, ai porti europei e nel mondo. Questa lotta ha avuto altri passaggi importanti nel blocco degli ordigni bellici verso Israele durante l’ennesima escalation del conflitto contro i palestinesi.
In questi mesi si sono succeduti incontri, ci sono state azioni coordinate tra lavoratori e associazioni in tutto il mondo. Questa lotta ha avuto anche dei passaggi repressivi con una inchiesta nei confronti del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali con la richiesta assurda di “associazione a delinquere” per lavoratori che hanno sempre agito pubblicamente e alla luce del sole contro i traffici di armi in nome delle pace, della convivenza tra popoli e Stati.
Riteniamo che questa lotta sia fondamentale per tutti coloro che vogliono un mondo diverso, un mondo senza guerre, senza sfruttamento dei territori. Una lotta che partendo dall’unità dei lavoratori del settori può e deve divenire generale.
La Conferenza ha l’obiettivo di costruire una giornata Internazionale di lotta contro la produzione e la circolazione delle armi.