Il comunicato stampa sul DDL Zan di alcune tra le più rappresentative associazioni Trans italiane.

ORA E SUBITO DDL ZAN – NON NEL NOSTRO NOME

A poche ore dalle partecipatissime manifestazioni per i Pride in tutte le città d’Italia, in cui sono scese in piazza migliaia di persone a sostegno del DDL ZAN, la comunità LGBTQI* è nuovamente sotto attacco.

Le associazioni di persone transgender Movimento Identità Trans – Associazione Transessuale Napoli – Libellula – Consultorio Transgenere e Sunderam Identità Transgender Torino – insieme chiedono ai parlamentari di Italia Viva un gesto di giustizia e di rispetto nei confronti delle nostre vite, ovvero di non modificare il DDL ZAN all’art. 1 che indica l’identità di genere come realtà riconosciuta, degna e bisognosa di tutela. Le discriminazioni fondate sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere nell’attuale dicitura dell’art. 1 del DDL ZAN,  ha un’estensione più completa ed inclusiva di fattispecie di reato piuttosto che la modifica proposta dall’On.le Scalfarotto per “motivi di discriminazione fondati sull’omofobia e transfobia”.

L’Italia, ma ancora più concretamente le persone, attendono da 25 anni una legge che tuteli l’identità sessuale e di genere dai crimini d’odio; sono 25 anni che i partiti di destra e la Chiesa Cattolica affossano tutti i disegni di legge che si sono susseguiti. Oggi la Lega ha gettato la maschera dimostrando che non è interessata ad alcuna mediazione in quanto il Presidente Ostellari ha spudoratamente tentato di privare di tutele le persone trans eliminando l’espressione “identità di genere”.

La nuova dicitura proposta da Italia Viva non solo avrebbe come conseguenza quella di far ripartire da capo l’iter legislativo (a sostegno della destra oscurantista sul modello Orban), ma soprattutto finirebbe per escludere dalla tutela tutte le varianze di genere, le realtà non binarie e la fluidità di genere che non sono ricomprese nella parola “transfobia”. Transfobia può essere una parola concreta per chi non la subisce, ma è sfuggente per chi la subisce. La stessa definizione diventerebbe un gesto di violenza, di cancellazione, di sopraffazione.

Italia Viva, Lega, Fratelli d’Italia e i loro parlamentari non hanno mai ascoltato le istanze della comunità transessuale e ora la vorrebbero utilizzare per i loro interessi personali e politici. Di fronte a quest’atto possiamo usare una sola parola: vergogna.

Siamo una comunità piccola ma con grande cuore e una fortissima voce; ci faremo sentire per denunciare la Vs. meschinità e la Vs. insipienza sulla pelle di persone che da Voi andrebbero rispettate e sostenute. Siamo sopravvissut* fino a questo momento. Combatteremo ancora in tutte le sedi possibili.

Le prime saranno quelle che più temete: la realtà dei nostri corpi visibili e la cultura. Non ci cancellerete.