L‘ergastolo c‘è ma non c‘è l’amore: molti animali, vivendo in cattività, non riescono più a riprodursi e questo dovrebbe fare capire le difficoltà che incontra un uomo (o una donna) ad avere una relazione amorosa normale dopo tanti anni di carcere. L‘ergastolano, più degli altri detenuti, è colpito dalla diminuzione dei legami e delle relazioni affettive. La sua condanna peggiore non è la perdita della libertà, ma quella della totale separazione dalla famiglia e dalla donna che ama. Forse è inevitabile che l’esperienza del carcere piombi violentemente nella vita di una famiglia e distrugga ogni equilibrio. Il fatto che poi le famiglie non abbiano nessuna possibilità di ricostruire, pezzo su pezzo, i rapporti lacerati con i loro cari detenuti sarebbe invece, forse, ampiamente evitabile, se come in tanti altri paesi anche in Italia ci fosse il rispetto per gli incolpevoli parenti delle persone detenute e la volontà di dare loro degli spazi per coltivare gli affetti in galera e nonostante la galera. Inoltre, l‘art. 27, comma terzo, della Costituzione prevede che “Le pene non possano consistere in trattamenti carcerari contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. A proposito di questo, credo che fare l‘amore con la donna che si ama sia rieducativo, e sfido chiunque a dire il contrario.

Ecco l’ottava testimonianza di un ergastolano:

La condanna definitiva all’ergastolo l’ho accolta con distacco, come se non mi riguardasse. I miei pensieri per lo più furono si sono rivolti ai meno fortunati. II mio stato d’animo era quello di uno che pensava che se la sarebbe potuta cavare con l’espiazione di 30 anni di galera, perché ancora non conoscevo l’ergastolo ostativo. Vivo di alti e bassi, a volte non vivo per niente, molto spesso mi ostino a vivere per non morire. Ho sempre ricordato a me stesso che: “la speranza è l’ultima a morire”, ma si può morire anche di speranza. Il tempo che trascorro in carcere lo vivo per lo più come tempo sciupato, ma dopo 25 anni di galera, mi sembra tempo rubato. Tuttavia, alcuni momenti li vivo come tempo di vita, fuori da queste mura c’è qualcuno che ogni tanto riesce a rendermi felice anche nella sofferenza. Penso che si può uccidere in vari modi: persone dotte e colte elargiscono condanne all’ergastolo con la piena consapevolezza di condannare anche ragazzini di 18-20 anni a morire tutti i giorni. Uno stato che delega al tempo l’esecuzione di una pena capitale, è uno stato sleale … Per quanto riguarda il divieto di fare l’amore in carcere, altro non è che il frutto della cattiveria umana. Infatti una società resa vendicativa non è in grado di concepire che anche la persona detenuta possa avere dei diritti.