Presidio a Milano venerdì 18 giugno in solidarietà con il Cile e in appoggio alla campagna internazionale lanciata da diverse organizzazioni dei diritti umani cilene per portare l’attuale presidente Piñera davanti alla Corte Penale Internazionale dell’Aia per crimini contro l’umanità. Le violazioni dei diritti umani, con morti, feriti, torture e stupri con cui il governo di destra ha risposto all’enorme movimento di protesta esploso nel paese nell’ottobre 2019 e continuato per mesi si possono infatti configurare come tali.
Forse non molte persone, ma molto determinate e coscienti di essere parte di un movimento ben più ampio. Nella stessa giornata, infatti, si sono tenute manifestazioni simboliche a Roma e in diverse città europee, ovunque ci sia stata una diaspora dei tanti cileni emigrati dopo il golpe del 1973.
L’inossidabile attivista Lucy Rojas Reischel ha ricordato cosa è avvenuto e cosa continua ad avvenire nel suo paese, Anna Camposampiero ha parlato delle tante lotte in America Latina e denunciato la latinoamericanizzazione dell’Italia con la morte odierna di un operaio schiacciato da un camion durante un presidio. E’ intervenuta anche Johana Laura Mendez, scrittrice che da anni vive in Italia e segue con passione e sofferenza le lotte del suo popolo oltreoceano. Alla fine davanti all’imponente palazzo del tribunale di Milano è risuonata una Cueca, una danza cilena, carica di tanti significati.
Un pezzetto di un puzzle in una lotta che è solo all’inizio, come dicevano Domenico Musella e Rodrigo Rivas nell’incontro online di martedì scorso.
Un’immagine del presidio di Roma