Il 18 giugno l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato, con 119 voti a favore e un voto contrario (quello della Bielorussia), una risoluzione che condanna le violazioni dei diritti umani commesse dalle forze armate di Myanmar dopo il colpo di stato del 1° febbraio e chiede di interrompere i trasferimenti di armi destinate all’esercito golpista.
La risoluzione è stata votata anche da 11 dei 15 stati membri del Consiglio di Sicurezza. Tra coloro che si sono astenuti figurano Russia e Cina, i principali sponsor della giunta militare birmana.
Dal 1° febbraio 870 manifestanti, compresi minori e bambini, sono stati uccisi e gli arresti sono stati almeno 5.000.