Una storia così tragica come quella di Moussa ha scosso le coscienze della cittadinanza torinese, oggi si è tenuta una preghiera funebre interreligiosa ad un mese dalla sua morte, avvenuta nella solitudine e nell’isolamento al CPR di Torino
Torino si è stratta in preghiera in ricordo di Moussa alla Moschea Taiba in via Chivasso 10 a Torino.
E’ stata la situazione in assoluto più difficile da documentare, l’entrata del feretro di Moussa nella Moschea non è stato un momento facile, ma i tanti anni di fotografia e l’occhio dietro la macchina fotografica hanno fatto sì che prevalesse la “freddezza”, molto più difficile è stato per me, con la voce rotta dalla commozione, raccogliere le dichiarazioni delle personalità presenti.
La morte di Moussa Balde è una ferita anche per me.
Moussa ha subito un feroce pestaggio a Ventimiglia, sono in molti ad essere certi della motivazione razziale, è poi morto nella mani dello Stato: questo è successo nella civilissima Italia, membro fondatore della civilissima Europa.
Brahim Baya (Ass. Islamica delle Alpi):
“Una tragedia immane che si è abbattuta sulla nostra città, una città che conosciamo essere un laboratorio d’inclusione e di accoglienza.
Purtroppo nel nostro Paese lui (Moussa Balde, n.d.r) ha trovato rifiuto, ripudio, violenza e morte.
Siamo oggi qui, credo tutti, per rinnovare il nostro impegno affinché simili tragedie non abbiano mai a ripetersi nel nostro paese e nella nostra città.”
Mamadou Dian Barry (amico e rappresentante della famiglia Balde):
“Come molti altri Moussa è venuto in Europa per cambiare la sua vita, per dare anche un aiuto alla sua famiglia, la sua morte dimostra anche il fallimento dell’Europa che a lui, come a molti altri, non riesce a dare risposte se non di emarginazione. Nel dargli l’ultimo saluto chiediamo per lui giustizia: per il pestaggio subito a Ventimiglia e per il trattamento che ha ricevuto al CPR di Torino.
Anche gli Italiani chiedono giustizia per Moussa, hanno diritto anche loro che sia fatta giustizia.
Vi ringrazio anche a nome della famiglia.”
avv. Giaunluca Vitale (legale rappresentante della famiglia Balde):
“In un video girato ad Imperia Moussa ci dice che qui ha visto qualcosa di diverso, delle prospettive, forse un altro mondo possibile, ha poi visto svanire quel mondo possibile.
Ringrazio la Moschea Taiba , tutte le comunità religiose di Torino, la Città di Torino che hanno voluto, non hanno aderito ad una richiesta, hanno voluto essere presenti.
Essere tutti qui insieme significa che, riguardo all’altro mondo possibile forse Moussa aveva visto giusto, questa possibilità c’è. Credo che noi che siamo qui dobbiamo prendere, oggi, davanti al suo corpo in quella bara, un impegno solenne: che questo possa diventare sempre realmente vero.”
Said Ait El Jide (Imam della Moschea Taiba):
“Siamo qui oggi per commemorare un fratello che ha dovuto affrontare prove immense e che noi come società non siamo riusciti a tutelare a sufficienza, a garantirgli quella dignità che spetta ad ogni essere umano, a prescindere dal suo passaporto o dal colore della pelle.
Facciamo sì che la tragica morte di Moussa non sia avvenuta invano, rinnoviamo la nostra alleanza come esseri umani, credenti e non credenti, a favore degli ultimi e degli oppressi .”
Monsignor Cesare Nosiglia (Arcivescovo di Torino):
“La mia partecipazione a questo funerale del giovane Moussa, insieme ai diversi rappresentanti di Chiese Cristiane, di varie religioni, agli esponenti della Città, vuole esprimere tutta la vicinanza e solidarietà per una persona provata dalle difficoltà della vita, che ha subito violenza, ingiustizia, fino alla morte. Vorrei esprimere anche vicinanza e solidarietà ai parenti di Moussa e a tutta la comunità musulmana.
I migranti in particolare vanno accolti e sostenuti nelle loro necessità, aiutandoli, se vogliono restare nel nostro Paese, con adeguati impegni per quanto riguarda la lingua, il lavoro e ogni altro diritto: primo tra tutti quello della cittadinanza.
Se desiderano invece andare in un altro Paese europeo siano agevolati con opportuni trattati sottoscritti, e attuati tra tutte le Nazioni del continente; così che non si ripetano più le tragedie dei barconi nel Mediterraneo e quelle connesse al rifiuto nei confini limitrofi dei vari Paesi europei, come sono quelli della Valle di Susa e di Ventimiglia.”
Franca Mortara (Vice Presidente Comunità Ebraica):
“La sua storia (di Moussa Balde, n.d.r.) è emblematica, la vecchia Europa, dove sono stati proclamati i diritti, e il mondo intero, devono ancora trovare le strategie più efficaci per supportare psicologicamente, fisicamente ed economicamente, le persone che devono abbandonare i propri affetti e la loro terra.
Il sacrificio di Moussa non deve rimanere invano. Se tutte le forze qui riunite: religiose, civili, e umane soprattutto, s’impegneranno nella soluzione dei gravi problemi legati all’immigrazione, il suo dolore e il dolore della famiglia non sarà stato invano.”
Maria Bonafede (Pastora Chiesa Valdese di Torino):
“Vogliamo esprimere anche tutto l’impegno possibile affinché tutte le persone che sono recluse nel centro di espulsione (CPR, n.d.r.) possano sapere che la città, laici, Chiese, cittadini e cittadine, sono con loro nel cordoglio. Io credo che dobbiamo fare tutto il possibile, nella pace naturalmente, ma dobbiamo chiedere con tutta l’insistenza possibile che non ci siano più luoghi come quello (CPR di Torino, n.d.r.), che quello che c’è possa chiudere presto e far uscire le persone, che sono semplicemente – ancora – senza tutti i diritti afficné possano averli e possano seguire il proprio progetto di vita.
Che il sogno così antico, del diritto così antico del migrare di uomini e donne, possa essere mantenuto un sogno possibile, perché il desiderio di migrare, la voglia di migrare, di conoscere altri mondi, di migliorare la propria vita, è antico come la vita umana “
Valentino Castellani (Presidente Comitato Interfedi):
“Voglio ribadire qui l’impegno che abbiamo preso tutti insieme nella nostra città: una delle vie, non l’unica, ma certamente una via importante per costruire comunità. Credo che mai come in una circostanza come questa dobbiamo sentirci fratelli e sorelle che condividono lo spazio della nostra città
Marco Giusta (Assessore Comune di Torino):
“Noi abbiamo spento quel sogno (di Moussa Balde, n.d.r.), lo abbiamo spento nel razzismo con cui lo abbiamo accolto, nelle botte, lo abbiamo spento nel CPR. Moussa aveva 23 anni, era un ragazzo che voleva qualcosa di diverso, per sé, per il proprio futuro.
Dobbiamo dircelo: all’interno di questa città che fa dell’accoglienza, della solidarietà, uno dei suoi punti di forza, quel CPR è una ferita aperta, rappresenta uno spazio senza diritti, rappresenta un modello che non deve trovare spazio, rappresenta qualcosa d’inaccettabile per la nostra città e non solo per la nostra città: rappresenta qualcosa d’inaccettabile per il nostro Paese.
Davanti a Moussa siamo venuti meno alla nostra responsabilità, Moussa, perdonaci se puoi”.
Molto sintetiche ma estremamente significative le dichiarazioni rilasciate al nostro microfono.
L’Imam Said Ait El Jide
L’Arcivescovo di Torino Monsignor Cesare Nosiglia
La Pastora Maria Bonafede della Chiesa Valdese
L’Assessore Marco Giusta del Comune di Torino
La Garante per i Diritti delle Persone Private della Libertà di Torino Monica Cristina Gallo
L’avv. Gianluca Vitale