Il 14 giugno la procuratrice della Corte Penale Internazionale Fatou Bensouda ha annunciato di aver concluso l’esame preliminare e di aver chiesto ai giudici della Corte di essere autorizzata a indagare su crimini contro l’umanità, torture e altri atti inumani commessi negli ultimi anni nelle Filippine nell’ambito della “guerra alla droga”.
L’indagine riguarderà anche le esecuzioni extragiudiziali commesse dalle forze di polizia nel corso di “operazioni antidroga”, incitate e incoraggiate da funzionari di alto livello compreso il presidente Rodrigo Duterte, che hanno causato migliaia di morti, per lo più tra le comunità più povere ed emarginate.
Il fatto che, avendo capito l’aria che iniziava a tirare, nel 2018 il presidente Duterte abbia proclamato il ritiro delle Filippine dallo Statuto di Roma che istituì nel 1998 la Corte Penale Internazionale, non inciderà in alcun modo sullo svolgimento delle indagini.