Ci risulta sia molto frequente la prescrizione del Rivotril ai trattenuti nei CPR.
Il Rivotril è un farmaco prodotto da Roche S.p.A.
Nelle indicazioni ovvero nelle specifiche che indicano le patologie per le quali il prodotto è indicato come cura leggiamo:
La maggior parte delle forme cliniche epilettiche nel neonato e nel bambino. In particolare:
- piccolo male tipico o atipico;
- crisi tonico-cloniche generalizzate, primarie o secondarie;
- stato di male in tutte le sue espressioni cliniche.
Rivotril è inoltre indicato nell’epilessia dell’adulto e nelle crisi focali.
Il Rivotril è quindi un farmaco che cura l’epilessia.
L’epilessia è una patologia che rende la persona incompatibile col trattenimento, si evincerebbe quindi che persone affette da epilessia, tra l’altro non diagnosticata in sede di valutazione medico-legale al trattenimento, vengono curate per questa patologia e non dimesse, oppure che il farmaco viene prescritto impropriamente dai medici.
E qui ci chiediamo: qual è il livello deontologico che caratterizzerebbe la sanità che attiene ai CPR? I medici agiscono autonomamente o sono costretti ad agire all’interno di “regole” decise da altri?
E in entrambe le ipotesi: l’Ordine dei Medici e la Magistratura non dovrebbero occuparsene?
Il linguaggio che attiene alla privazione di libertà ai fini di rimpatrio è, da parte delle Autorità, attentamente tenuto distinto dal linguaggio che attiene al sistema detentivo, che ricade sotto la competenza del Ministero della Giustizia.
Non si utilizza quindi il termine “rilasciato” per coloro che vengono rilasciati dal CPR prima della decorrenza dei termini, ma si usa il termine “dimesso”.