Ogni domenica si esibisce in una lugubre dimostrazione di forza: in motocicletta attraversa la città seguito da migliaia come lui, a cavallo dei loro potenti e vistosi cavalli dell’apocalisse, senza mascherina, sventolando striscioni inneggianti al colpo di stato militare, alla soppressione dei diritti civili, del parlamento e del Tribunale Supremo. È già accaduto a Brasilia, a Rio, a Maceió. Tutto organizzato previamente dal comune per garantire la sicurezza e la partecipazione degli appoggiatori reclutati nei vari motoclub di ispirazione neo nazista. A São Paulo sono riusciti ad agglomerarsi in più di diecimila. In un ammasso ad altissima carica virale, anno scorrazzato per le grandi arterie delle città fino ad arrivare in una importante piazza dove la manifestazione si è conclusa con un comizio. A coloro che contestano queste iniziative, Bolsonaro risponde con una battuta berlusconiana: se non vi piace la moto, andate a dorso di mulo.
Per il giorno 19 giugno è stata convocata la seconda grande manifestazione di ripudio al governo e alla conduzione della pandemia. Se due settimane fa in piazza vi erano i movimenti sociali e, a titolo personale qualche politico di spicco, stavolta ci saranno i sindacati e i partiti di opposizione, dicono che perfino Lula sarà presente. E ancora una volta si cadrà nell’errore gigantesco di mettere in rischio la popolazione in un momento in cui abbiamo quasi tremila morti al giorno e ottantamila contagi. Per giustificare questo ingiustificabile comportamente dicono che se la gente scende in piazza durante una pandemia significa che il governo è molto più pericoloso del virus. È vero.
Don Vicente Ferreira è vescovo ausiliare di Belo Horizonte, una delle prossime capitali che avranno l’onore di ospitare il grande evento motociclistico, scrive una preghiera, una sorta di invocazione, e la divulga nelle sue reti sociali: “Signore tu che sei fuggito in Egitto a dorso di mulo, mostraci un modo di liberarci da questo fascista brasiliano. Tu che sei ntrato a Gerusalemme a dorso di mulo, dacci il coraggio di affrontare il tiranno che uccide la nostra gente. Liberaci, Signore, da questo governo mortale, è un peso insopportabile non ce la facciamo più”.
Amen.