In previsione del summit mondiale del G20, che si terrà a Venezia dal 7 all’11 luglio, e alla PreCop che si terrà tra settembre e ottobre 2021 a Milano, due attivisti di Extinction Rebellion si sono seduti in mezzo al traffico in centro a Milano per denunciare l’inazione dei governi di fronte alla crisi climatica ed ecologica e per chiedere il supporto dei Media nel porla al centro dell’attenzione pubblica.
Dalle 9 alle 12 il traffico é stato rallentato in via Moscova, angolo via Solferino – davanti alla sede del Corriere della Sera, nello stesso momento un altro attivista è rimasto seduto in Piazza 25 Aprile. Entrambi hanno distribuito ai passanti delle lettere con le loro motivazioni: “Sono disperato perché giornali e TV non dicono la verità sulla crisi climatica e ambientale e climatica” recita il cartello che tiene Gregorio. “Sono disperato per il collasso ecologico che viviamo” è invece il messaggio di Shamir seduto in Piazza 25 Aprile.
Il focus dell’azione di oggi si pone sull’inadeguatezza dell’informazione che per ora i Media forniscono in merito alla crisi climatica ed ecologica che stiamo vivendo.
Nell’ultimo anno la pandemia da Coronavirus ha monopolizzato l’attenzione delle emittenti TV e delle testate giornalistiche web, arrivando a percentuali pari all’85% dello spazio disponibile dedicando invece a temi ambientali poco meno di un quinto di questo spazio, senza peraltro segnalare le correlazioni individuate tra le due emergenze.
Siamo giunti ad un punto di disperazione, di terrore. Questo dicono i cartelli che reggono Gregorio e Shamir a Milano, e quelli di migliaia di altri cittadini nel mondo. Questo comunica il loro gesto: rischiare la loro incolumità rallentando il traffico, per portare l’attenzione su qualcosa che li spaventa più che sedersi in strada, a fianco di macchine e moto che sfrecciano sull’asfalto.
Siamo spaventati dalla crisi ecologica e climatica che è già in pieno svolgimento, e dagli effetti che avrà nei prossimi anni. Recentemente una bozza di report dell’IPCC (intergovernmental panel con climate change, organo delle nazioni unite atto allo studio del cambiamento climatico) è stata rilasciata all’ente
di informazione AFP [Fonte: https://www.youtube.com/watch?v=6T_7I-82OkM&t=447s ].
Questo studio,che pur essendo una bozza, contiene dati che non cambieranno fino alla pubblicazione ufficiale, a febbraio 2022, allerta rispetto alle disastrose conseguenze che l’innalzamento del livello dei mari causerà nei prossimi anni – molto prima di quanto pensiamo.
Non vediamo come, se non si pone questa crisi al centro del dibattito pubblico come è stato fatto con lacrisi Covid, sia possibile che la popolazione sia pronta ad accettare le misure necessarie per mitigare gli effetti della crisi ecoclimatica, che i governi dovranno inevitabilmente implementare per proteggere i loro cittadini.
Chiediamo agli enti media di agire ora, di prendersi la responsabilità di scegliere narrative che portino l’attenzione collettiva su un problema reale, quanto – seppur ancora per poco – risolvibile.
La stessa forma di protesta ha avuto luogo il 12 giugno a Torino, Firenze, Bologna, Padova, Trieste e in tantissime altre città del mondo, in cui molti altri attivisti/e si sono seduti in piazze, strade, supermercati.
Video di lancio dell’azione globale