Dal 19 al 26 giugno si svolgerà a Pesaro la 57ma edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema, una manifestazione che nel panorama cinematografico ha un’impronta fortemente educativa, sensibile ai temi dell’ambiente, della pace e della solidarietà sociale. Pesaro è la città italiana con più mezzi sostenibili e la prima – assieme a Bolzano – per l’uso della bicicletta negli spostamenti, cosa resa possibile dalla sua estesa rete di piste ciclabili, che sfiora i 100 km.
Mentalità green perfettamente incarnata dalla Mostra del cinema che si svolge in location connesse fra loro da percorsi ciclo-pedonali. La bicicletta è il mezzo ufficiale, fornito gratuitamente a ospiti e collaboratori. Novità assoluta di questa edizione è il Pesaro Film Festival Circus, uno spazio – quasi un festival a parte a cura di Giulietta Fara – dedicato ai bambini delle scuole primarie in una sorta di villaggio del cinema in cui la “bicicletta verde” sarà di nuovo protagonista. Per loro è stata anche pensata una selezione di film, in anteprima italiana, che potranno essere apprezzati anche da un pubblico più maturo. Ecco alcuni tratti salienti e innovativi della manifestazione del 2021:
Emergency diventa Charity Partner ufficiale del festival
Da questa edizione Emergency diventa Charity Partner ufficiale del festival con una serie di iniziative tra cui la presentazione di un nuovo film del progetto “Una storia per Emergency”. L’associazione umanitaria fondata nel 1994 per portare aiuto alle vittime civili delle guerre e della povertà presenterà in anteprima a Pesaro il corto Capitan Didier diretto da Margherita Ferri, con la sceneggiatura di Roberta Palmieri, storia di un bambino di origine subsahariana che sogna di costruire una barca tutta sua fatta di cartoni per la pizza. La produzione è di Matteo Rovere in quanto progetto LYNN, la nuova divisione di Groenlandia che promuove esclusivamente il cinema diretto da registe.
Concorso Pesaro Nuovo Cinema – Premio Lino Miccichè
Il Concorso Pesaro Nuovo Cinema – Premio Lino Miccichè votato alla ricerca del ‘nuovo’ cinema, rimane aperto a tutti i formati e a tutti i registi, senza barriere d’età, di durata, di ‘genere’. 16 i titoli in concorso (una selezione sarà presente anche su MyMovies). Qui ne segnaliamo alcuni.
Torna a Pesaro Julien Faraut che presenterà il suo nuovo The Witches of the Orient (prossimamente in sala con Wanted Cinema), dedicato alla famosa squadra di pallavolo femminile giapponese che dominò per tutti gli anni ’60, trionfatrice alle Olimpiadi di Tokyo 64, entrata nell’immaginario collettivo.
Dagli Stati Uniti arriva Film About a Father Who della regista e poetessa statunitense Lynne Sachs, indagine sulla complessa personalità del padre attraverso immagini girate dagli anni Ottanta ad oggi.
Rock Bottom Riser, primo lungometraggio del regista sperimentale Fern Silva, riflessione sull’influenza del colonialismo e sull’esistenza di vita extra-terrestre attraverso un affascinante viaggio nel luogo più sacro delle Hawaii, il vulcano Mauna Kea, dove gli scienziati vorrebbero costruire il telescopio più potente del mondo.
Il brasiliano Eryk Rocha offre con Edna il ritratto di una donna d’incredibile coraggio che lotta contro la deforestazione ai margini dell’autostrada Transbrasiliana in Amazzonia.
Il Concorso è completato da una serie di cortometraggi eterogenei, che ben esprimono le diverse direzioni intraprese dal ‘nuovo’ cinema: This Day Won’t Last di Mouaad el Salem è un’opera prima sorprendente, girata in totale clandestinità ai confini della Tunisia per esprimere l’urgenza del filmare all’interno di un contesto di oppressione.
Augas Abisais, del galiziano Xacio Baño, ripercorre la storia di un suo antenato, chiamato a combattere la guerra civile spagnola ancora adolescente, attraverso documenti ufficiali e il racconto della nonna.
Earthearthearth di Daïchi Saïto, regista giapponese trapiantato in Canada, parte dagli imponenti paesaggi delle Ande per realizzare immagini che si fanno sempre più astratte, producendo una ipnotica riflessione sulla Terra anche grazie al sassofono di Jason Sharp.
Collettivo Cinema Militante di Milano – 50 anni dopo
L’esperienza di cinema militante, nata in seno ai movimenti del post-’68, trova la sua più organica espressione nel Collettivo Cinema Militante di Milano che, al contrario dei gruppi “extra-parlamentari”, non aveva referenti politici diretti e si muoveva in maniera autonoma, esprimendo una maggiore libertà operativa e linguistica. Del materiale girato in quegli anni restano 17 tra film e frammenti, recuperati da Ranuccio Sodi e digitalizzati da Cineteca Nazionale – Archivio Nazionale Cinema Impresa di Ivrea. Essi raccontano un periodo storico fondamentale del nostro recente passato: quel decennio che parte dalle grandi contestazioni della fine degli anni Sessanta, attraversa l’autunno caldo, si confronta con la strategia della tensione prima e con gli “anni di piombo” poi. Si tratta di film girati con pochi mezzi da cineasti in erba, studenti, operai e intellettuali “democratici”, con l’intento di documentare quello che accadeva intorno a loro.
La Mostra proporrà tre titoli: Maggioranza silenziosa (1972) che racconta la manifestazione e gli scontri occorsi davanti al Castello Sforzesco di Milano l’11 marzo 1972 (alcune scene saranno poi usate da Marco Bellocchio per “Sbatti il mostro in prima pagina”), Bologna 77 (1977), una sperimentazione sull’utilizzo del Super 8mm nella documentazione militante durante il “Convegno contro la repressione”, e Pagherete caro pagherete tutto (1975), sorta di “instant movie” che racconta il periodo più tragico nella storia dei movimenti extra-parlamentari milanesi.