A via dell’Erba in un piccolo parco, molto frequentato dai ragazzi e bambini della zona, il ritratto di un ragazzo dai capelli lunghi e gli occhi chiari da oggi irradierà speranza. Siamo all’Arenella, zona del popoloso quartiere del Vomero di Napoli. Mario Paciolla è il protagonista di un’opera di creatività urbana realizzata dall’artista Luca Carnevale su iniziativa del Comitato Giustizia per Mario Paciolla. Il murales sorge in uno dei luoghi della gioventù di Mario, grande appassionato di basket e parte della comunità cestistica. Quando da provetto playmaker chiamava il gioco, come faceva nella sua coraggiosa professione di “costruttore di pace”. Mario, per chi lo conosceva era anche appassionato di fumetti, come testimonia il tratto di Corto Maltese proprio sotto il suo volto….
“Questo è il luogo in cui Mario si è divertito con il basket, ha frequentato gli amici, ha parlato di politica. E’ giusto che oggi qui ci sia il suo murales”. Lo racconta Anna, la madre di Mario Paciolla accanto al marito, che ricorda il figlio trovato morto a luglio scorso in Colombia, dove lavorava come volontario per l’Onu. “Chiedo a tutti i presenti – ha continuato la madre – di divulgare la triste storia di nostro figlio, per chiedere a gran voce verità e giustizia non solo per lui, ma per tutte quelle persone che ancora oggi sperano e continuano a sperare che un mondo migliore sia possibile”.
Con lei l’artista Carnevale e il sindaco de Magistris: “C’è un impatto forte – ha detto il primo cittadino di Napoli – quando si entra, un impatto che dà l’idea di elementi di diritti umani importanti. Mario è morto per una battaglia di libertà, per l’affermazione dei diritti in un mondo complesso. Va ricordato perché il mondo si abbatte come tsunami sui ricordi e la memoria rischia di sparire, invece la ricerca di verità e giustizia deve essere in mente alle istituzioni. Per questo da Napoli si lancia un grido sul fatto che l’impegno non si ferma fino a quando non si saprà la verità”.
A nove mesi dalla sua scomparsa, il murale a lui dedicato vuole essere non solo un’opera artistica, ma soprattutto un’occasione per non spegnere i riflettori sulla vicenda che lo ha tragicamente coinvolto, lo scorso 15 luglio. “Nonostante la mobilitazione – scrive sulla pagina social l’organizzazione comunitaria #giustiziaperMarioPaciolla – sia nazionale che internazionale, i contorni di questa vicenda appaiono ancora troppo indefiniti e nessuna reale responsabilità è emersa, né tantomeno è stata fornita una soddisfacente versione degli eventi che hanno condotto a un epilogo così assurdo e doloroso”.
“Non sono un eroe – scriveva Corto Maltese, il personaggio inventato da Hugo Pratt – mi piace viaggiare e non amo le regole, ma ne rispetto una soltanto, quella di non tradire mai gli amici. Ho cercato tanti tesori senza mai trovarne uno, ma continuerò sempre, potete contarci, ancora un po’ più in là…”. “Più in là”, come si spingeva Paciolla, che non ha mai avuto paura di cercare e raccontare la verità dei fatti. L’ultimo “ciaf” a canestro Mario lo segna da questo piccolo e delizioso giardino, dove le giovani generazioni potranno confrontarsi con la storia di un ragazzo coraggioso, un professionista, che difendeva gli ultimi.