Val di Susa, subito la Valutazione di Impatto Sanitario, VIS, ai cantieri del TAV Torino-Lione, prima dell’apertura dei lavori: lo chiedono con urgenza 7 sindaci valsusini e 4 associazioni in una lettera al Prefetto di Torino, in attuazione di una direttiva comunitaria e delle Linee Guida emanate dal Ministero della Salute nel 2019, che prevedono una valutazione ex-ante, cioè precedente all’avvio dei cantieri, dei potenziali effetti sulla salute con un approccio integrato che prevede l’identificazione degli associati scenari di esposizione e dei rischi sanitari, valutati con un approccio tossicologico o epidemiologico.
“Siamo fortemente preoccupati per l’assenza, ad oggi, della VIS. Mancano valutazioni di cosa accadrà e si quali potrebbero essere le ripercussioni sulla salute delle nostre comunità e dell’ambiente con l’estrazione di rocce amiantifere, la dispersione di minerali uraniferi, i possibili sversamenti d’inquinanti nei bacini idrici e l’impatto acustico dei lavori e della nuova ferrovia: in queste condizioni, è perciò intollerabile e normativamente inaccettabile che non si predisponga nessuna azione di prevenzione per proteggere la salute della popolazione!”, questo l’allarme lanciato dai sindaci di Bussoleno, Caprie, Giaglione, Salbertrand, San Didero, Venaus, il vicesindaco di Bruzolo e da Medicina Democratica, Associazione Italiana Esposti Amianto, Legal Team Italia, Pro-Natura Piemonte.
La VIS effettuata prima dell’avvio dei lavori rappresenta, infatti la più importante novità rispetto alla prassi precedente: secondo le nuove disposizioni di legge gli effetti sulla salute pubblica devono essere identificati e valutati prima dell’avvio di qualsiasi opera e, altro elemento fortemente innovativo, i lavori devono essere discussi con tutti i “detentori di interessi” del territorio, in particolare con associazioni di categoria e comitati cittadini. In precedenza, invece, la VIS consisteva in una relazione prodotta in autonomia dal proponente delle opere. “Le polveri sottili generate nei cantieri e i gas di scarico degli automezzi impiegati per il trasporto dei terreni – aggiungono i sindaci – in un territorio valligiano, a bacino chiuso, non potranno essere spazzati via dal vento e rimarranno in loco accumulandosi, come già accaduto in passato per i fumi inquinanti delle acciaierie in bassa valle ma l’inquinamento atmosferico è solo uno dei problemi per la salute dei residenti che potrebbero verificarsi”.
È presto per dire se l’obbligatorietà di questa prescrizione rallenterà i lavori, ma i richiedenti esigono il rispetto delle leggi e l’avvio della VIS per le opere della Torino Lione, alcune delle quali sono già in corso ma senza tutti i necessari adempimenti a tutela della salute. La Val di Susa è da 50 anni sede di grandi cantieri e opere di ogni genere: le nuove direttive comunitarie e ministeriali aprono uno scenario nuovo rispetto a quanto fatto in passato per la tutela della salute e il rispetto dell’ambiente e rinnoveranno il dibattito sul rapporto tra costi e benefici del TAV.