Di ritorno dal mare della vergogna, Ocean Viking sbarcherà i 236 sopravvissuti a bordo ad Augusta. Una missione in cui il nostro equipaggio è stato testimone di un naufragio senza sopravvissuti e due respingimenti. Un dramma causato da mani d’uomo.
La Ocean Viking, la nave della ONG europea SOS MEDITERRANEE, sta navigando verso Augusta, dopo aver ricevuto l’ordine dalle autorità competenti di far sbarcare le 236 persone salvate da due gommoni in difficoltà martedì 27 aprile. Se è grande il sollievo per i sopravvissuti che presto raggiungeranno un luogo sicuro, gli eventi della scorsa settimana nel Mediterraneo centrale lasciano i nostri soccorritori amareggiati e addolorati e forte è l’urgenza di far sapere all’Europa la realtà di cui sono stati testimoni.
L’ennesima tragedia causata da mani umane
Un naufragio senza superstiti, un salvataggio simultaneo di due gommoni sovraccarichi, diverse intercettazioni della guardia costiera libica. Morte, sopravvivenza, ritorni forzati. In una settimana, i team di SOS MEDITERRANEE sono stati testimoni delle conseguenze di una tragedia irrisolta e sempre più grave.
Una tale successione di eventi non deve nulla al caso. Questa catastrofe è causata da comportamenti umani: da chi traffica in esseri umani, dall’inazione dei decisori politici in Italia e in Europa e dall’assenza di coordinamento delle autorità marittime. “Gli esseri umani in Libia approfittano consapevolmente di altri esseri umani intrappolati in condizioni spaventose, che non hanno altra scelta se non quella di intraprendere una pericolosa traversata a bordo di imbarcazioni fragili e inadatte alla navigazione; sono disposti a tutto pur di sfuggire ad un destino di miseria e violenze.
Nel corso degli anni, i leader politici dell’Unione Europea, dal canto loro, hanno consapevolmente deciso di non fare tutto ciò che è in loro potere per salvare queste vite, hanno deciso di smettere di coordinare le operazioni di ricerca e soccorso e di permettere alla guardia costiera libica di riportare illegalmente le persone in Libia. Le autorità marittime italiane, maltesi e libiche non stanno consapevolmente informando né coordinando le navi di soccorso non governative, che già sono poche, nel condurre operazioni di salvataggio”, dice Valeria Taurino, Direttrice generale di SOS MEDITERRANEE Italia.
Sopravvissuti picchiati e costretti a imbarcarsi sui gommoni, minori inclusi
Molti dei sopravvissuti a bordo della Ocean Viking hanno raccontato ai nostri team le violenze che hanno subito in Libia per mano dei trafficanti. Vedendo la fragilità dei gommoni in cui avrebbero dovuto imbarcarsi e le onde alte di quella notte, molti di loro hanno avuto paura, ma sono stati picchiati e costretti a salire a bordo. Tra di loro anche quattro fratelli e sorelle, bambini di 10, 11, 12 e 17 anni, che viaggiavano da soli sono stati percossi dai trafficanti. “Non credevo che saremmo sopravvissuti”, dice Daouda*, un ventenne del Burkina Faso.
“Attendiamo una risposta: è il momento di un’azione immediata e reale”
Il fatto è che le persone intrappolate in mare su barche di fortuna in mezzo al Mediterraneo non possono salvarsi da sole. È necessario l’intervento di altri esseri umani per portarli in salvo.
“Ieri, per la prima volta dopo mesi, una nave della Marina italiana, ha condotto un salvataggio in acque internazionali al largo della Libia. Speriamo che sia solo il primo passo di un rinnovato sforzo europeo e italiano di ricerca e soccorso“, dice Valeria Taurino.
SOS MEDITERRANEE, insieme alle altre ONG di soccorso civile presenti in Italia, ha scritto una lettera al Presidente del Consiglio Mario Draghi, chiedendo un incontro per discutere le iniziative concrete che il suo governo intende adottare, coinvolgendo l’Europa, per garantire operazioni di salvataggio coordinate e tempestive, affinché salvare vite umane torni ad essere una priorità e tragedie come l’ultimo naufragio siano evitate con ogni mezzo possibile.
“Attendiamo di incontrare il Presidente Draghi e di vedere attuate soluzioni immediate e concrete in risposta al nostro appello. Il governo italiano e tutti gli Stati europei devono agire rapidamente e nel rispetto dei valori comuni e dei principi fondanti del nostro continente: solidarietà, umanità, rispetto dei diritti umani” conclude Taurino.
* Il nome del ragazzo è stato cambiato per ragioni di protezione