Pressenza lancia un nuovo progetto: una rubrica domenicale dal titolo “La memoria per il futuro. Racconti della Resistenza.”
L’idea è quella di raccogliere e pubblicare storie magari tramandate in famiglia sull’impegno antifascista di genitori e nonni e se possibile anche documenti come lettere e riflessioni scritte in prima persona dai protagonisti di una stagione fondamentale nella storia italiana (e non solo), di cui è importantissimo conservare la memoria. Vorremmo in particolare dare spazio agli innumerevoli e ancora poco noti casi di opposizione al nazi-fascismo che non hanno fatto ricorso alle armi, raccontati nel libro di Ercole Ongaro “Resistenza nonviolenta 1943-1945” e che hanno spesso avuto come protagoniste le donne.
Si tratta di un patrimonio straordinario, di atti di coraggio e solidarietà da valorizzare e passare alle prossime generazioni. L’immediatezza dei racconti, i particolari di vita quotidiana in apparenza banali possono aiutare ad avvicinare quelle esperienze lontane al vissuto attuale e a comprendere come le scelte fatte da tanti uomini e tante donne molti anni fa esprimano valori universali, una vera e propria costante nella storia umana: ribellarsi all’ingiustizia e all’oppressione, aiutare chi è perseguitato e in pericolo, anche a costo di enormi rischi personali, fare ciò che si ritiene giusto indipendentemente dalle conseguenze.
Chiunque voglia collaborare con questo progetto può inviare un racconto e/o una testimonianza (massimo due pagine) alla mail redazioneitalia@pressenza.com con oggetto “Resistenza”, specificando nel possibile il nome del protagonista o quello dell’autore dello scritto originale, l’anno (o il periodo) e il luogo in cui si è svolta la vicenda. La redazione si occuperà di dare un titolo ai contributi pervenuti, pubblicando le testimonianze in versione integrale ed eventualmente rivedendo i racconti per renderli più scorrevoli e chiari da un punto di vista giornalistico.
La rubrica inizierà domenica 9 maggio con il racconto della fuga di Luigi Boniforti, azionista e Presidente del CTLN (Comitato Toscano di Liberazione Nazionale), in una Firenze ancora parzialmente occupata dai tedeschi.