Il 1° maggio il prigioniero di coscienza iraniano Arash Sadeghi è uscito dalla prigione di Karaj grazie a una riduzione della pena.
Arrestato già dopo le contestate elezioni del 2009, nel 2016 era stato condannato a 15 anni di carcere per “cospirazione contro la sicurezza nazionale”, “propaganda contro la sicurezza nazionale” e “offesa alla leadership del paese”. Ne ha scontati cinque e mezzo in condizioni drammatiche.
Ammalato di una rara forma di cancro alle ossa per cui è stato operato a una spalla, in carcere Sadeghi non ha ricevuto cure mediche adeguate e ha subito torture. Ha intrapreso scioperi della fame per chiedere la scarcerazione della moglie, l’attivista Golrokh Ebrahimi-Iree (con lui nella foto), tuttora prigioniera di coscienza.