In maggio si celebra il Giorno Internazionale delle ostetriche (05/05) e il Giorno Internazionale della Professione Infermieristica (12/05) in tutto il mondo. Quest’anno, la Federazione Internazionale delle Ostetriche ha celebrato la ricorrenza con il tema: «Investire sulle ostetriche salva vite, migliora la salute e rafforza i sistemi sanitari».
Inoltre, nel contesto della pandemia da Covid 19, la Federazione ha ammonito: “Le ostetriche sono fondamentali, anche e specialmente durante una pandemia globale. Le levatrici possono fornire assistenza alle donne, ai bambini e agli adolescenti al di fuori dei centri sanitari e presso i luoghi in cui essi vivono, cosa che è particolarmente importante ora, giacché questo può evitare che i servizi medici si sovraccarichino”.
Chi sono le ostetriche?
Le ostetriche – o levatrici – svolgono con ogni probabilità uno dei lavori più antichi dell’umanità. Le donne hanno sempre aiutato le altre donne a mettere al mondo, era cosa comune nei villaggi e nelle città che le donne con più esperienza assistessero la comunità in occasione di gravidanze, parti, cura dei bambini e questioni sanitarie in generale.
Fino alla metà del secolo scorso (1950), il maggior numero di parti praticamente in tutto il mondo si svolgevano in casa e di questi la maggior parte era seguita dalle levatrici.
Con l’avanzare del modello della medicina occidentale moderna, col trasferimento dei processi di salute e malattia nelle mani di professionisti medici e il rafforzamento delle istituzioni ospedaliere, alcuni paesi hanno incluso le ostetriche nei propri sistemi sanitari e altri le hanno lasciate fuori.
Oggi, nel mondo, diverse figure professionali e non professionali si occupano dei parti:
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I medici (ginecologi) sono coloro che studiano medicina e in seguito si specializzano in ostetricia e ginecologia. Sono formati per accompagnare nella fase prenatale e intervenire nelle gravidanze ad alto rischio, oltre a eseguire parti cesarei.
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Le infermiere ostetriche conseguono una formazione universitaria generale e in seguito si specializzano in ostetricia. Oltre a presentare le stesse competenze delle levatrici, possono lavorare in altri settori di ambito sanitario data la loro formazione generale.
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Le levatrici tradizionali lavorano in molte parti del mondo, principalmente in quelli più isolati rispetto ai centri urbani. Sono levatrici non titolate, che possono aver appreso il lavoro attraverso una levatrice con più esperienza o, in alcuni casi, attraverso corsi tecnici. È fondamentale migliorare le condizioni di vita, salute e sicurezza delle levatrici tradizionali, che per la maggior parte lavorano in aree di grande vulnerabilità economica e sociale, dove i sistemi sanitari non offrono copertura.
In un comunicato ufficiale del 5 maggio 2021, il Dr. Matshidiso Moeti, Direttore Regionale dell’OMS per l’Africa, ha dichiarato che «se la possibilità di intervento da parte delle levatrici riuscisse a raggiungere una copertura del 95%, sarebbe possibile prevenire il 67% delle morti delle madri, il 65% dei nati morti e il 64% delle morti neonatali, salvando così 4,3 milioni di vite ogni anno fino al 2035».
Questi dati sono stati pubblicati in un recente studio sulla rivista scientifica The Lancet https://www.thelancet.com/journals/langlo/article/PIIS2214-109X(20)30397-1/fulltext. Nello studio si afferma anche che è fondamentale l’impegno delle istituzioni sanitarie perché il lavoro delle levatrici e ostetriche riceva un riconoscimento e una fama positiva e rispettosa in relazione ad altri gruppi che pure lavorano nell’assistenza alla gravidanza e al parto. Anche la questione di genere va considerata visto che la maggioranza delle levatrici sono donne e la maggioranza dei medici senior e degli amministratori sanitari sono uomini.
Di recente REHUNO Salute https://rehunosalud.org/ ha partecipato all’ottavo Simposio Internazionale del Centro di Studi Umanisti e ha organizzato la tavola rotonda: “Nascita in 3 culture – Progressi e sfide della salute materno-infantile”, con la partecipazione delle levatrici Henriqueta Mundlovo dal Mozambico, Raquel Cajão dal Portogallo e Roselane Gonçalves dal Brasile. Ciascuna delle tre ha prodotto dei dati e ha raccontato un po’ riguardo allo scenario dell’assistenza ostetrica e neonatale nel proprio Paese, quali sono stati i miglioramenti degli ultimi anni e quali sfide vanno ancora affrontate.
Per vedere la presentazione completa: https://www.youtube.com/watch?v=448qYOksUIw
di Flavia Estevan
Traduzione dallo spagnolo: Manuela Donati, revisione: Silvia Nocera