“Più di 100.000 morti in Italia, sepolti in fretta e furia perché il Covid-19 ha tolto anche il doveroso rispetto verso chi, per tutta la vita, ha sempre avuto un pensiero ed una parola per figli e nipoti. Oltre tutto questi nonni sfortunati in piccolo paese delle Marche, Porto San Giorgio in provincia di Fermo, si trovano anche in una situazione che definire grottesca è fargli un complimento.
Da oltre 9 mesi un’ala del cimitero cittadino è in condizioni pietose, pavimentazione inesistente, transenne degne di una corsa di biciclette per veterani del ciclismo a delimitare l’area suddetta oltre all’incuria generale a fare da adeguato contorno.
E dire che 5 concittadini che lavorano in Spagna si erano offerti per pagare i lavori, di sicuro non ingenti, senza nulla togliere al buon cuore dei ragazzi stessi.
Una donazione prevista dall’ordinamento giuridico italiano che il Sindaco Nicola Loira ha snobbato senza nemmeno un “no grazie”.
Dovevamo uscirne migliori da questa pandemia si era detto l’anno scorso, a Porto San Giorgio c’è il problema che se dovessero uscire i morti, e non ci è rimasto molto secondo quelle che sono le notizie ricevute, ci sarebbe sicuramente un sussulto di orgoglio da parte di chi ha fatto grande una cittadina che da Perla dell’Adriatico si sta trasformando nella nuova Città degli Zombie da fare impallidire anche George A. Romero.
Che il covid-19 ci sta dicendo che i morti vanno bruciati e conservati in spazi più stretti è lampante. Che i cimiteri sono spazi oramai obsoleti è una dimensione che si sta via via propagando nelle menti dei giovani delle nuove generazioni, ci può stare.
Ma se ancora abbiamo anziani e meno giovani che hanno il culto del defunto ancora impresso nella loro mente, non credo che sia diritto di qualsiasi amministrazione pubblica lasciare all’abbandono detti spazi”.
Testimonianza di Gianluigi Rocchetti e del collettivo London Park