Stavamo entrando (Vijay Prashad ed io) in emissione radio su invito di Paul Jay ( “Analysis News”) alle ore 22 di ieri sera (ore 16.00 Eastern Time) sul tema della sospensione provvisoria dei brevetti allorché alla 15.45 abbiamo appreso la notizia della disponibilità dell’Amministrazione Biden di levare le protezioni dei diritti di proprietà intellettuale nel caso della pandemia da Covid-19.
Grande passo in avanti? Vittoria del “Sud “e dei movimenti che si sono battuti a tal fine (tra cui, da più di un anno, l’Agorà degli Abitanti della Terra, anche se fin dall’inizio abbiamo considerato che la sospensione provvisoria era una soluzione “par défaut”)?
Aspetti interessanti
La posizione presa da Biden costituisce il cambio atteso dal mondo. La pressione mediatica su Biden e sui rappresentanti democratici al Congresso è stata cosi forte che, per Biden, una risposta negativa o incerta sarebbe stata un costo elevatissimo in termini d’immagine a livello mondiale. Bene anche il linguaggio e la forma, in totale antitesi alla precedente amministrazione. Biden ha saputo non deludere.
Secondo punto. Ha ridato un soffio di speranza, di credibilità alla “comunità internazionale” in una fase drammatica per l’insieme della popolazione mondiale. Siamo ancora lontani dal “Tutti Fratelli” di Papa Francesco, ma il cattolico Biden non ha dimeticato di fare l’occhiolino alle incitazioni pubbliche del suo Papa.
Infine, ha obbligato l’UE ad accodarsi. Stamane, per la prima volta in tanti anni di rigetto anche l’UE si è ha dichiarata disponibile a discuterne.
Aspetti cruciali
Il fatto è che sulla sostanza il cambio non è cosi altrettanto evidente.
Perché? Esaminiamo attentamente la dichiarazione della Signora Tai, rappresentante permanente USA presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC-WTO):
1. La dichiarazione della rappresentante USA, Signora Tai, inizia con una ennesima affermazione di fede sulla protezione dei diritti di proprietà intellettuale. “This is a global health crisis, and the extraordinary circumstances of the Covid-19 pandemic call for extraordinary measures. The Administration believe strongly in intellectual property protections, but in services of ending this pandemic, supports the waiver of those protections for Covid-19 vaccines” . Nessuna dissociazione dai principi fondatori dell’economia dominante nè contrasto netto ed aperto con il mondo del business e dell’industria farmaceutica, specie americana. Inoltre, il sostegno dato è piuttosto restrittivo, limitato unicamente ai vaccini anti-Covid-19. Introducendo tale restrizione in un campo scientifico e tecnologico molto complesso (è esclusa, per esempio, la produzione di materiali di base indispensabili alla produzione di vaccini), si riducono considerevolmente le possibilità effettive di sospensione delle protezioni.
2. Le possibilità di sospendere le protezioni della proprietà intellettuale in caso di gravi necessità e per interventi pubblici, sono previste dai trattati WTO-TRIPS all’art.31. Menzioniamo in particolare la “ licenza obbligatoria”, che autorizza uno Stato a consentire la produzione “locale” di tutti gli strumenti terapeutici (tests/diagnosi, medicinali, vaccini…) senza il consenso delle imprese detentrici dei brevetti. In realtà, è la prima volta che gli Stati Uniti diventano non generosi ma mostrano di accettare il rispetto di quelle regole del WTO-Trips che avevano da sempre, fin dal 1995, combattute perchè considerate contrarie ai loro interessi. Altrimenti detto, il cambio “politico” importante è che gli Stati Uniti, da irrispettosi dei Trattati internazionali che non convengono loro, sono diventati uno Stato disposto, nel caso della pandemia da Covid-19, a discutere le modalità per applicare le regole esistenti nei Trattati! Questi, peraltro, specificano di già le condizioni alle quali le deroghe alla protezione della proprietà intellettuale possono essere applicate. Se si aggiunge la restrizione sopra menzionata, è d’uopo ammettere che la posizione degli USA è piuttosto tortuosa e bizzarra. Ma perché lo fanno?
3. Una possibile risposta è data nella dichiarazione ufficiale. Gli USA non s’impegnano a niente di preciso. Essi affermano “We will actively participate in text-based negotiations at the WTO need to make that happen”, e precisano correttamente che “These negotiations will take time given the consensus based nature of the institution and the complexity of the issues involved”. Cioè, gli USA non dicono “bene, da domani applichiamo le regole della sospensione provvisoria secondo le condizioni menzionate dai Trattati”. No, la dichiarazione insiste sul fatto che i negoziati prenderanno molto tempo. Quanto tempo? Tre mesi, un anno, tre anni? Secondo esperti del campo ci vorrà, se tutto va bene, quasi un anno per riscrivere le regole. E nel frattempo?
4. Da qui emerge con evidenza che la vera strategia degli USA è di dare la priorità alle soluzioni logistiche e finanziarie riguardanti essenzialmente la produzione dei vaccini, la loro distribuzione e commercializzazione a prezzi abbordabili, specie per i 92 paesi a basso reddito e gli altri paesi a medio reddito in difficoltà economiche crescenti. La dichiarazione afferma “The Administration’s aim is to get as many safe and effective vaccines to as many people as fast as possible. As our vaccines supply for the American people is secured, the Administration will continue to rump up its efforts – working with the private sector and all possible partners – to expand a vaccine manufacturing and distribution. It will also work to increase the raw materials need to produce these vaccines”.
Considerare il problema e le soluzioni della crisi sanitaria un problema di produzione, di offerta e di acquisto, di prezzi di mercato e di solvibilità da parte dei consumatori è tipicamente un approccio americano/capitalistico. Come lo è il richiamo al fatto che essendo stata garantita la sicurezza dell’offerta di vaccini per il popolo americano, gli USA aumenteranno i loro sforzi per accrescere la produzione e la distribuzione dei vaccini a prezzi abbordabili pagati dai poteri pubblici. Beh, ho qualche difficolta a valutare siffatta situazione come un passo avanti importante.
Una politica, soprattutto pubblica, della salute e le soluzioni alla drammatica pandemia vanno al di là dei processi di produzione e di consumo di vaccini. Nessuna apertura è fatta ad una visione pubblica dell’industria farmaceutica e del sistema sanitario mondiale. I vaccini, e anzitutto le conoscenze/la scienza/, restano privati sotto proprietà dei brevetti. Il mercato resta il principio ed il meccanismo fondamentale regolatore. Gli imperativi finanziari dei mercato dettano le scelte dei poteri pubblici.
5. Da qui l’assenza di un qualsiasi accenno al fatto che l’asse centrale della politica della salute mondiale deve spostarsi dalle regole sul commercio (WTO) alle regole sui diritti alla salute e del sistema sanitario sotto la responsabilità di organismi internazionali pubblici quali WHO, UNICEF, UNDP, UNEP, UNESCO…). Secondo il governo americano, gli Stati sono li per garantire il corretto funzionamento dei mercati della salute, e difendere la sicurezza dei propri cittadini nel contesto di una “governanza economica mondiale” dominata dalle regole del WTO e della Banca Mondiale. Agli Stati più ricchi spetta il compito di aiutare quelli più poveri. Vedi il ruolo di Covax ed il suo probabile rafforzamento finanziario.
Restiamo in pieno dualismo strutturale “ricchi e poveri” e della logica dell’inevitabilità dell’aiuto e del dominio del “Nord” sul divenire dei popoli del” Sud” e del pianeta. La crisi dell’ossigeno in India è un esempio maggiore della conseguenza dell’inammissibile mercificazione e privatizzazione dell’ossigeno per usi terapeutici in corso da parecchi decenni.
Altro che salute = diritto umano universale, bene comune, bene pubblico. Altro che “Politica pubblica della salute”…!
In conclusione
La posizione degli USA è nuova ma per certi versi va in una direzione non necessariamente migliore. E’ altresì importante che gli USA abbiano obbligato la UE, per quanto recalcitrante, a affermare stamane che anche l’Europa è disposta a trattare.
Nessuno può’ dire quale sarà il risultato dei negoziati. Nel frattempo, mettere l’accento sull’aumento della produzione dei vaccini (“ora che il popolo americano è sicuro”) significa che le premesse fondamentali, strutturali, restano purtroppo immutate. Beninteso, che il “buono” imperatore abbia finalmente ascoltato il grido dei popoli non è da buttare via. Ma è ciò sufficiente per cantare vittoria? Di chi?
Perché i popoli della Terra dovrebbero ringraziare gli USA del passo compiuto?
Per sperare che il valore simbolico del cambio operato da Biden si trasformi in un processo efficace in favore del reale diritto alla salute ed alla vita di tutti gli abitanti della Terra, sono necessari oggettivamente ben altri cambi. La compassione dei potenti non è che un rimedio illusorio.