Alidad è uno dei tanti ragazzi approdati in Italia in fuga dalla morsa fatale che li stritola tra guerra e terrorismo in Afghanistan. Si starebbe delle ore ad ascoltare i racconti delle sue traversie tra Iran, Turchia, Grecia… Prove disumane che ha dovuto superare fino a quando, legato sotto un camion, non è riuscito a imbarcarsi in Grecia per giungere in Italia.

Non sono storie che si raccontano sui giornali e lui ha provato a raccontare la sua in un libro: Via dalla pazza guerra. Un ragazzo in fuga dall’Afghanistan. Accolto da Gina a Merano e sostenuto dalla solidarietà di tanti, Alidad ha studiato e, ieri, ha discusso la sua tesi di laurea su: “L’Afghanistan e la tragedia della politica”.

“Devo ancora riprendermi, scrive Alidad su Facebook – ma vorrei ringraziare ciascuno e dimostrarvi la gratitudine che provo per ognuno di voi, per questo paese, dove sono passato in modo non facile da “irregolare” se non “clandestino”, come tanti usavano e usano chiamare persone che arrivano come me sotto un camion, scappati dall’inferno, dopo un viaggio terribile tra la vita e la morte, a Dottore in Filosofia”. E poi continua con i ringraziamenti. Ma forse dobbiamo ringraziarlo noi perché accende una luce tenue di speranza che ridesta la nostra umanità fino a farci comprendere quanto sia importante coniugare il verbo accogliere soprattutto verso chi riesce a sottrarsi alle macerie della violenza.

 

 

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