Questa mattina, 1° aprile, gli attivisti di Extinction Rebellion sono tornati in azione per dire basta ai continui investimenti in combustibili fossili da parte del settore finanziario.
A partire dalle prime luci dell’alba, Torino è stata protagonista di diverse azioni portate avanti da attivisti del gruppo locale di Extinction Rebellion.
Davanti le entrate di alcune filiali di Intesa Sanapaolo e Unicredit, sono comparsi adesivi, manifesti e scritte effettuate con stencil e gesso che recitano “Questa banca usa i tuoi soldi per finanziare il collasso climatico”.
Allo stesso tempo, alcuni attivisti travestiti da polpi hanno effettuato una performance con del “petrolio” lavabile nella filiale Intesa Sanpaolo con l’intento simbolico di restituirle il petrolio di cui ha finanziato l’estrazione.
Punto focale della giornata di mobilitazione è stato il presidio davanti al grattacielo Sanpaolo dove, a partire dalle 10:00 di questa mattina, si sono svolte diverse azioni dimostrative.
In accordo con il tema del pesce d’aprile, davanti all’ingresso del grattacielo è stata installata una grande lisca di pesce. Il messaggio dell’installazione è stato integrato dalla performance di apertura: un banchetto i cui ospiti d’onore sono attivisti travestiti da banchieri a cui vengono servite lussuose portate a base di denaro.
La morale della performance è ben espressa dalla frase che campeggia sullo sfondo del banchetto: “Quando l’ultimo albero sarà abbattuto, l’ultimo pesce mangiato e l’ultimo fiume avvelenato, ci renderemo conto che non possiamo mangiare denaro”.
Gli attivisti hanno anche creato delle grosse installazioni posizionando enormi cartelloni segnaletici tra i semafori che circondano il Grattacielo.
Il presidio continuerà tra interventi, musica e Cacerolazo, una forma di manifestazione pacifica in cui il dissenso viene espresso attraverso il rumore coordinato prodotto dalla percussione di oggetti come pentole, mestoli e padelle.
Tre attiviste di Extinction Rebellion sono poi entrate nel Grattacielo di Intesa Sanpaolo, a Torino, sedendosi dentro la hall e rifiutandosi di uscire.
Reggendo due cartelli con scritto “Io sono nonviolenta” e “Non è più il tempo delle belle parole: azzerate i finanziamenti a carbone, petrolio e gas. Ora!”, le tre attiviste intendono denunciare i continui investimenti in petrolio, carbone e gas fossile da parte di Intesa Sanpaolo.
Il 1° aprile è la data scelta a livello internazionale dal movimento Extinction Rebellion per denunciare le responsabilità del settore finanziario nella crisi climatica ed ecologica, a causa dei continui e massicci investimenti nell’estrazione dei combustibili fossili.
Lo scorso anno, a Torino, attivisti di Extinction Rebellion erano già stato protagonisti di una serie di azioni nei confronti di Intesa Sanpaolo, per denunciare la totale insufficienza della policy per l’uscita dal carbone che la banca ha approvato a maggio 2020 [1]. A distanza di un anno, Intesa Sanpaolo risulta ancora essere la banca italiana, insieme a Unicredit, che più ha finanziato le multinazionali del fossile negli ultimi anni. Dagli Accordi di Parigi a oggi, infatti, Intesa ha investito 13,7 miliardi in petrolio, carbone e gas naturale, continuando finanziare colossi del fossile come Eni, Exxon, Gazprom [2].
L’umanità è di fronte ad un bivio: le emissioni globali di CO2 devono essere più che dimezzate entro il 2030 rispetto ai livelli del 2010, e ridotte a zero entro il 2050, per avere almeno il 50% di possibilità di limitare il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C e mitigare le catastrofi a cui la popolazione mondiale sta andando incontro [3].
Finché il settore finanziario continuerà ad investire in progetti legati ai combustibili fossili e a finanziare le multinazionali più inquinanti al mondo, il mondo intero dovrà prepararsi ad affrontare fame, siccità, inondazioni e nuove pandemie [4].
Siamo l’ultima generazione che può agire per ridurre gli effetti della crisi climatica ed ecologica. Il coraggio che non avremo oggi saranno le tragedie che vivremo domani.
Extinction Rebellion Torino