La recente vittoria del popolo degli Inuit (uomini) della Kalaallit Nunaat (terra degli uomini, traduzioni letterali dal groenlandese) pone alcune riflessioni sul futuro estrattivo di minerali che forniscono materiali funzionali alle nuove tecnologie verdi (green).
Il partito verde degli Inuit Ataqatigiit, IA, (Comunità degli Uomini), della Groenlandia (Kalaallit Nunaat), con il 36,6 di consenso ottenuto, ha la possibilità di governare il nuovo Inatsisartut (parlamento unicamerale) groenlandese.
Questo partito, contrario alla estrazione mineraria, avrà l’opportunità per una nuova forte opposizione alla estrazione di minerali fondamentali per l’industria contemporanea.
In uno dei più importanti giacimenti mondiali in terra Groenlandese, si sta sviluppando il progetto Kvanefjeld che potrebbe soddisfare dal 20 al 30% della domanda globale di elementi critici forniti dalle “terre rare”.
I cambiamenti climatici, da parte loro, stanno consentendo maggiormente lo sfruttamento di queste risorse. Non dimentichiamo che lo scioglimento dei ghiacciai groenlandesi in questi ultimi 8 anni sono stati superiori di sei volte quelli sciolti fino agli anni ’80.
Il suolo groenlandese è ricco di petrolio e di minerali come il ferro, il rame, uranio e di quei minerali che si possono trovare solo in alcune zone della terra. Un progetto da 1,5 miliardi di USD, che avrebbe voluto l’ex partito al governo, il socialdemocratico Siumut (Avanti), che dal 1979 ha la gestione governativa.
Un rapporto del Polar Research and Policy Initiative (PRPI) evidenzia:
<<… Un vasto potenziale di risorse della Groenlandia e dimostra che, nonostante il clamore dei media sulla crescente impronta della Cina nell’Artico, i tre paesi più prolifici nel settore minerario della Groenlandia sono il Regno Unito, il Canada e l’Australia. I tre paesi – i più stretti alleati degli Stati Uniti e dei loro partner all’interno della Five Eyes Alliance – rappresentano collettivamente 27 delle 41 società attualmente titolari di licenze nel paese insulare artico. Concentrandosi sulla presenza commerciale britannica, canadese e australiana spesso trascurata in Groenlandia, piuttosto che sulla più familiare presenza militare americana in essa, il rapporto esplora il motivo per cui la Groenlandia dovrebbe essere importante tanto per il Regno Unito e per la Five Eyes Alliance nel suo insieme che per gli Stati Uniti.>>.
Un’altra rappresentazione la possiamo trarre dai filmati “Antropocene”, documentario sull’impatto delle attività umane sul nostro pianeta, e “Deforestazione made in Italy”, documentario che attraverso una serie di salti da una parte all’altra dell’oceano, sulla stessa rotta delle grandi navi cargo, segue il legname illegale, la carne di manzo, la pelle, la soia, fino in Europa e in Italia.
Ormai in tanti sappiamo che le terre rare da molti vengono definite l’oro del XXI secolo. Sappiamo, inoltre, che sono un fattore importante per la produzione di smartphone, impianti in fibra ottica ma anche di lampadine, hard disk, turbine eoliche e molto altro.
Cosa hanno di particolare queste terre, appunto rare, lo traiamo dai diciassette elementi chimici che le compongono nella più famosa tavola degli elementi. La chimica, per molti di noi, è sempre stata un po’ ostica però, andando a ripassare, possiamo affermare che dei 17 elementi che ne fanno parte ben 15 sono lantanoidi (indicati col simbolo Ln e con numero atomico compreso tra il 57 e il 71) i restanti due sono lo Scandio (simbolo Sc e numero atomico 21) e l’Ittrio (numero atomico 39 e simbolo Y).
Possiamo, pertanto, classificarle come:
– Terre rare leggere (LREE) col Lantanio (La), il Cerio (Ce), il Praseodimio (Pr), il Neodimio (Nd), il Samario (Sm)
– Terre rare pesanti (HREE) col Europio (Eu), il Gadolinio (Gd), il Terbio (Tb), il Disprosio (Dy), l’ Olmio (Ho), l’ Erbio (Er), il Tulio (Tm), l’ Itterbio (Yb), il Luterzio (Lu), l’ Itterio (Y).
Il Lantanio (La) lo si trova nei minerali di monazite e bastnasite. Composti contenenti lantanio sono utilizzati nell’illuminazione al carbonio. Vengono usati anche per fare vetri speciali e vetri ottici. Il lantanio è largamente usato per esempio, auto ibride come alcune della Toyota che contengono circa 10 chili di lantanio. Le batterie al nichel-lantanio si sono dimostrate essere un’alternativa più efficiente alle batterie per auto tradizionali. Quando le batterie per auto ibride e le piccole batterie per i ciclomotori, le bici elettriche e i monopattini, oggi ampiamente usati in molte grandi città mondiali, si diffonderanno non ci sarà abbastanza lantanio per soddisfare la domanda.
Il Cerio (Ce), uno dei minerali più abbondanti in queste terre, si trova legato a allanite, monazite e cerite. E’ ampiamente utilizzato nell’industria cinematografica, nel trattamento di vetro, così come nella produzione di accendini e di forni auto-pulenti. Viene aggiunto al vetro per colorarlo e per aumentare il suo assorbimento di luce ultravioletta pertanto è utilizzato nell’industria edile per il suo uso nelle finestre.
Sempre la monazite e il bastnasite contengono il Paraseodimio (Pr) e il Neodimio (Nd).
Il Paraseodimio viene usato molto nell’industria del vetro, nei televisori a colori, nelle luci fluorescenti e nelle lampadine a risparmio energetico e nelle telecomunicazioni. Il suo uso principale è nell’industria aeronautica. Legandosi col magnesio risulta essere un metallo molto forte e resistente alle alte temperature: quindi per la produzione di motori di aerei, per lo più militari.
Il Neodimio, lo si trova anche come sottoprodotto della fusione nucleare. Il suo principale utilizzo è come parte di un composto per produrre super-magneti. I magneti al neodimio sono utilizzati nei computer, negli strumenti a risonanza magnetica, nei treni a levitazione magnetica, nei separatori magnetici e nei televisori. Un altro impiego assai qualificato di questo metallo è nelle turbine eoliche.
Con la crescita delle energie alternative, la domanda di neodimio e degli altri elementi delle terre rare utilizzati nei super-magneti è prevista a salire alle stelle.
Chi sono i principali estrattori di queste terre avendone maggiore concentrazione? Russia, Brasile, Stati Uniti, India, Sri Lanka, Australia e la Cina che se ne è assicurata il monopolio con circa il 90% dell’offerta.
Qui torniamo all’importanza delle elezioni in Groenlandia che potenzialmente potrebbe diventare la più grande fonte di estrazione di questi minerali, compreso l’Uranio (U), con un impatto sull’ambiente catastrofico, con seri danni al suo ecosistema e con la Cina e l’Australia che premono per la loro estrazione.
<<Ora tutto questo è in mano all’australiana GME, Greenland Minerals and Energy, acquisita per 12,5% (con un’opzione a salire fino al 60% delle azioni) dalla Shenghe Resources Holding Ltd di Shanghai. E si sa che il maggior azionista della Shenghe non altro che l’Istituto di Stato per l’utilizzo delle risorse minerarie, emanazione del Ministero delle risorse cinese, braccio operativo del regime nelle sue ambizioni geostrategiche nell’Artico>>.(*)
La nostra attenzione cade sulle energie rinnovabili dove possiamo osservare che la decarbonizzazione, per riuscire a contenere l’aumento delle temperature medie nel modo più rapido possibile, prevede l’impiego massiccio delle tecnologie chiamate green:
- pannelli fotovoltaici • impianti eolici • sistemi di accumulo • mobilità elettrica.
Però un altro utilizzo, da non tralasciare, anzi da tenere alta come attenzione, è il settore militare, dove questi 17 elementi terre sono indispensabili per la produzione delle cosiddette “armi a energia diretta”: una classe di armamenti che comprende numerosi dispositivi capaci di indirizzare sui bersagli svariate forme di energia non cinetica.
La costruzione di questi dispositivi richiederà enormi quantità di risorse non rinnovabili.
Per sostenere la richiesta la World Bank stima che nei prossimi 25 anni sarà necessario estrarre 3,5 miliardi di tonnellate di metalli necessari a questi impieghi, una quantità colossale!
Un altro capitolo è da dedicare alla carenza di efficaci tecnologie per il riciclo dei materiali provenienti dall’obsolescenza dei dispositivi che oggi vengono utilizzati comporterà inoltre la produzione di enormi quantità di rifiuti e di energia.
<<In particolare la verità scomoda è che la maggior parte dei metalli viene e verrà consumata dai cittadini di una manciata di nazioni ricche, mentre le conseguenze ambientali, sociali e culturali, ricadono e sempre più ricadranno sulle popolazioni delle nazioni povere da cui vengono estratti>>. (*)